Rassegna Stampa

Musica. Morsello e quella profezia sull’Europa che non ci piace

Testata: BARBADILLO

Data:10 aprile 2017
Autore: Carlo Lattaruli
Tipologia: Specifico

Locazione in archivio

Stato:Solo testo
Locazione: ASMA-Archivio digitale RS,Web/Barbadillo,Barbadillo 2017-04-10

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Quando Massimo Morsello nel 1998 incideva la sua “Maastricht”, chiedendosi ironicamente “E se in Europa io non ci volessi andare?”, in pochi nella sua Italia gli avrebbero dato retta. Il mito del progresso e della produttività infinita era ancora ben lungi dall’infrangersi contro lo scoglio della storia e della realtà, e con Pil e Pil pro capite in crescita meglio affidarsi ad un professore di economia e politica industriale bolognese ed alle sue promesse di maggior guadagno con meno sforzo dall’entrata in vigore della fantomatica moneta unica.

“Ma quest’Europa che la fate a fare, è solo di banche e di parole, è un guinzaglio stretto bene al collo del popolo e della nazione”.

Morsello non sbagliava ma è troppo facile dargli ragione adesso, con la crisi economica che continua da quasi dieci anni, la disoccupazione giovanile alle soglie del 40%, l’Unione Europea che ci costa 17 miliardi di euro annui e che ce ne restituisce poco più della metà in finanziamenti (che una volta investiti in opere pubbliche vengono fregiati del cartello “realizzati con i fondi dell’Ue”, grazie mille se ogni investimento ci costa il doppio).

“Non sta all’Europa determinare quest’anno quanto il grano vale e dal latte di un animale quanti litri ci dovranno bastare, quanto zucchero e quanto sale”.

L’Unione è quel magico posto in cui si richiede ai Paesi membri sempre maggiore qualità e sicurezza sui propri prodotti, ma al tempo stesso si tolgono i dazi sull’olio di concorrenza tunisino o si approva il Ceta per l’abbattimento delle tariffe doganali con il Canada, non di certo una manna per i lavoratori del settore primario e secondario.

“Se dai corpi di una Nazione nascono note di un vecchio inno, di una vecchia canzone”. L’unica speranza per questa Europa da 60 anni schiava delle banche e del capitale è che ritorni ad essere un’Europa dei popoli e delle Nazioni, conscia dei suoi 5 mila anni di storia, parafrasando le parole di Marion Le Pen e del Front National. Il primo inno nazionale a suonare è stato “God save the queen” con la Brexit, che sia la volta della “Marsigliese” in caso di vittoria del Front National alle presidenziali francesi?

@barbadilloit


Gruppi citati

MASSIMO MORSELLO

Canzoni citate:

MAASTRICHT