Finalmente ristampato il primo disco della Compagnia
Testata: MOVIMENTI PROG
Data: 2004Autore: Donato Zoppo
Tipologia: Recensione
Locazione in archivio
Stato:Solo TestoLocazione: ASMA-Archivio digitale RS,Web/Movimentiprog,Movimentiprog 2004_4
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Autore: COMPAGNIA DELL'ANELLO
Titolo album: Terra di Thule
Nazionalità: Italia
Etichetta: Compagnia Dell'Anello
Anno di pubblicazione: 2004
Voto medio: (8)
Recensito da Donato Zoppo
Finalmente ristampato il primo disco della Compagnia
Spesso ci si sofferma sulla varietà musicale del movimento progressivo italiano: rock sinfonico, jazz rock, hard progressive, cantautori alternativi, esperimenti elettronici, world music, folk e quant’altro. Troppo poco invece a considerare la varietà contenutistica: la radicalità degli Area, il lirismo di Orme e Banco, l’India di Claudio Rocchi e le visioni di Alan Sorrenti e quelle oscure del Balletto Di Bronzo. Eppure, nel movimento progressivo italiano, ci sono stati gruppi portavoce di valori e culture assolutamente minoritarie negli anni ’70, i Janus ad esempio, forse il gruppo più noto tra quelli appartenenti alla Destra.
Altrettanto degni di approfondimento sono i veneti Compagnia Dell’Anello, celebre band della Destra giovanile degli anni '70. La collocazione destrorsa non deve far pensare a un becero superomismo, come spesso suggerito dalle solite semplificazioni del giornalismo e della cultura italiana (sempre troppo veloce a chiudere nelle facili etichette).
Questo gruppo giunge alla nostra attenzione grazie alla ristampa dell’album “Terra di Thule”, edito nel 1983. Già dal titolo, che si rifà al luogo misterioso della Tula Iperborea - di cui possiamo leggere il valore simbolico ne "Il Re del mondo" di Renè Guenon - possiamo immaginare che si tratti di un viaggio nella Tradizione, alla ricerca di luoghi e valori perduti, come abbiamo letto nelle opere di Guenon o Evola. Se poi questi si identificano in Patria, Famiglia e Onore, ci sembra davvero troppo facile affibbiare velocemente un’etichetta conservatrice o addirittura reazionaria.
Il gruppo nacque nel 1977 al primo Campo Hobbit, raduno alternativo della Destra giovanile che si tenne a Montesarchio (prov. di Benevento): in qui giorni il giovane padovano Mario Bortoluzzi eseguì in italiano un brano tratto da “Cabaret” di Bob Fosse, “Tomorrow belongs to me”. In breve tempo “Il domani appartiene a noi” divenne celebre in quegli ambienti: un brano corale, intenso, vigoroso.
La band pubblicò il primo disco nel 1983. Questa la formazione: Mario Bortoluzzi al canto, Gino Pincini e Marinella Di Nunzio alle tastiere, Adolfo Moranti alle percussioni e Marco Priori alla batteria, Massimo Di Nunzio alle chitarre e basso. Il secondo disco “In rotta per Bisanzio” uscirà nel 1990 e la band ne sta curando la ristampa.
L’impianto musicale è quello di un solido folk-rock, spesso sconfinante nel rock progressivo più etereo, come accade in “Nanna Ninna” e “Il Contadino, il Monaco, il Guerriero”, insaporite da synths alla PFM e da una accattivante vena teatrale. La suggestiva title-track, posta in apertura, riporta alle atmosfere fiabesche e cortesi di un Branduardi ma anche al primo De Andrè. Bella l’affabulatoria voce di Bortoluzzi.
Così anche la delicata e preziosa “Nascita”, la fatata “Il costume del Cervo Bianco”. Altri episodi sono più incalzanti e contaminati di jazz-fusion come “Pensando ad un amico” o la conclusiva “Sulla strada”, uno dei pezzi più ispirati. “Fiaba” rinvia - non solo nel nome - al gruppo siciliano dei fiaba, autore di un folk rock “naif” e immaginifico, proprio come fatto tanti anni prima dal gruppo padovano.
Si tratta di ballate sui generis, con grandi spazi concessi alle tastiere, con ritmi squadrati e marziali e pause meditative. Brani ricchi di suggestioni letterarie, richiami a simboli come Thule, il Cervo Bianco, il Contadino, il Monaco e il Guerriero, polverose e affascinante strade d’Europa, tutto raffigurato in bellissime immagini riportate nel libretto. Metafore che rimandano a concetti ben precisi. E’ un tuffo nell’immaginario celtico, nell’Europa del medioevo, nell’iconografia tolkieniana.
Un bellissimo disco, che sentiamo di consigliare a tutti, anche a coloro che non condividono gli ideali della Compagnia Dell’Anello. Al gruppo vanno i più sentiti complimenti per l’opera di archiviazione e conservazione che l’Associazione culturale sta compiendo da qualche anno. La memoria collettiva italiana gioca da sempre brutti scherzi e operazioni del genere sono sempre più importanti.
Per ulteriori dettagli:
http://www.compagniadellanello.net - Associazione Culturale "Compagnia Dell'Anello"
(novembre 2004 - Fonte: www.movimentiprog.net)