Rassegna Stampa

Care emittenti d'una volta

Testata: SECOLO D'ITALIA

Data:4 ottobre 1996
Autore: Federico Gennaccari
Tipologia: Reportage concerto

Locazione in archivio

Stato:Smontato originale
Locazione: ASMA,RS2-0007,30

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Una serata per ricordare i dieci anni di Radio University
Così la musica alternativa ha potuto svilupparsi

Senza le radio libere (che differenza con le radio private di oggi quasi tutte commerciali) sicuramente la musica alternativa non avrebbe avuto alcuno sviluppo. Infatti quasi tutti i gruppi e i solisti hanno avuto un'emittente di appoggio (pensiamo a Radio University di Milano con gli Amici del Vento e Fabrizio Marzi o a Radio Onda Europa di Verona con gli Zetapiemme) e cento altre in tutta Italia che ritrasmettevano le loro canzoni. Un ruolo importante e insostituibile svolto fruttuosamente fino a quando nei primi anni Ottanta le radio dell'area di destra, fallito per vari motivi il tentativo di dar vita ad un network nazionale, di cui oggi si sente già terribilmente la mancanza, hanno cominciato a chiudere i battenti, oggi è rimasta solo Radio Blitz di Torino. Radio fondamentali per la musica alternativa ceh infatti dalla seconda metà degli anni Ottanta è diventata una musica catacombale, trasmessa oralmente come nella più genuina tradizione popolare, grazie a qualche concerto improvvisato e a nastri casarecci e registrazioni di registrazioni effettuate con mezzi di fortuna in barba ad ogni professionalità, per non parlare dei diritti di autore, praticamente mai esistiti (solo qualcuno iscritto alla Siae, ma con la musica militante gruppi e cantanti certamente non si sono mai arricchiti). Così ad una serata per ricordare i dieci anni di vita di Radio University con il Fondatore, il sen,. Franco Servello e i tanti che hanno contribuito al successo della emittente, non poteva mancare l'immancabile concerto di musica alternativa, con alcuni protagonisti di quegli anni come Fabrizio Marzi, gli Amici del Vento e per finire la Vompagnia dell'Anello, che oltre ai brani classici, hanno presentato anche qualche pezzo nuovo per una serata fra ritorno degli anni Settanta, analisi del presente e proiezione del futuro che ha richiamato 500 persone, pronte a cantare le vecchie canzoni e ad ascoltare le nuove in religioso silenzio.
Ha aperto la serie Fabriozio Marzi che, presentato come al solito dal suo autore dei testi Walter Jeder - Pancini ha proposto brani dell'album "Zoocrazia" (Conpagno topo rosso, Un uomo da bruciare, e Zoo) quella dell'asino volato in cielo sulla disinformazione dei Tg di Stato, più "Canzone per l'Europa", "Giovinezza", dedicata a tutti i caduti di destra, e la recente "Canzone per l'Alleanza" solenne come un inno e francamente un po' fuori posto per la serata. L'ambiente si è poi riscaldato con gli Amici del Vento, fondati dallo scomparso Carlo Venturino che nella formazione a tre chitarre con Marco Venturino, Fabio Constantinescu, e Claudio Mosellla (non c'è più Guido Giraudo con i suoi monologhi) hanno proposto classici come "Amici del Vento" brani recenti come "Anni 70" e "A Carlo", poi "L'identità", "Rivolta", "Gatto nero" e "Progressista Rap" dall'omonimo ultimo album quindi due inediti come "Sole dietro le sbarre" sul terrorismo e "Essere normale" ("Cerco un motivo per non andare a fondo, nel mondo di adesso nel quale mi nascondo.. Butta il cuore più in là, aldilà della luna") per chiudere poi l'esibizione con un altro classico come "Ritorno" richiesto a gran voce dal pubblico.
Il gran finale è poi toccato all Compagnia dell'Anello, che, sia pure in formazione ridotta (su nove persone erano solo in quattro) con il leader Mario Bartoluzzi accompagnato dalla moglie Marinella alla chitarra, da Gino Pincini alle tastiere e dal giovane Alessandro al violino, hanno però offerto un saggio delle loro ottime capacità professionali di unico gruppo rimasto sempre sulla breccia e che ha partecipato anche a manifestazioni non politiche, avendo un repertorio vasto, tra canzoni ispirate alla fantasy di Tolkien e alla passione per le musiche celtiche. Peccato che per problemi di orario hanno potuto suonare solo un'ora e un quarto, comunque la Compagnia dell'Anello ha offerto canzoni della tradizioni celtica eseguite da Paola Fontana Morante, classici come "Dedicata all'Europa", "Strade d'Europa", "La Terra di Thule" e "Pensando ad un amico", tre brani inediti come "Millo" dedicato al fratello di Mario, un pittore che si è ritirato a vivere in campagna, "Di là dall'acqua" un viaggio via mare in Istria e in Dalmazia (Dove non ti sembri strano, anche le pietre parlano italiano") e "Anche se tutti ..noi no!) sulla militanza degli anni Settanta e la politica di oggi. Naturalmente anche per la Compagnia dell'Anello è stato il pubblico a decidere la canzone finale, ovvero l'immancabile "Il domani appartiene a noi" conclusione ideale per una serata tra ricordo e nostalgia del passato e uno sguardo al presente per costruire il futuro.


Gruppi citati

COMPAGNIA DELL'ANELLO - FABRIZIO MARZI - AMICI DEL VENTO - ZPM - PAOLA FONTANA MORANTE

Concerti:

VENTENNALE DI RADIO UNIVERSITY