Rassegna Stampa

Ultima Frontiera, prima trincea

Testata: CANTI RIBELLI

Data:25 febbraio 2010
Autore: Cristina Di Giorgi
Tipologia: Recensione

Locazione in archivio

Stato:Solo Testo
Locazione: ASMA-Archivio digitale RS,Web/Cantiribelli,Cantiribelli 2010-02-25

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ULTIMA FRONTIERA, PRIMA TRINCEA !


Prima di raccontare la serata di sabato a Roma, nel corso della quale gli Ultima frontiera hanno confermato (ammesso che ce ne fosse bisogno…!!!) di essere una delle band più seguite dell’ambiente, consentitemi di fare una breve premessa di carattere personale.

La nostra area politica ed umana è stata da sempre frammentata in mille rivoli, spesso e volentieri divisi da un velo di incomunicabilità difficile da rompere. La cosa più bella di questo concerto, almeno per come l’ho vissuto io, è stata che sotto il palco a cantare e pogare (ho un livido enorme su una gamba…) c’erano persone appartenenti a quasi tutti i gruppi. Come dire…quando la musica unisce!!!

Gli Ultima frontiera, impegnatissimi sui palchi di tutta Italia (hanno suonato recentemente a Catania e prossimamente saranno ad Aiello del Friuli), sono scesi, attesissimi, nella Capitale con il loro carico di energia per l’ennesima serata di musica, birra e divertimento.

Anche se all’inizio del concerto il pubblico ha ascoltato quasi immobile la prima canzone (abbiate pazienza ragazzi…dovevamo scaldarci un po’…), lasciando lo spazio sotto il palco praticamente vuoto, già dal secondo pezzo eravamo tutti davanti a saltare, cantando a squarciagola e reggendo in equilibrio precario le pinte di immancabile birra (grande e subito!).

E canzone dopo canzone (gli Ultima hanno fatto tutti i loro pezzi più noti…da Sei un patetico a Falsi come una birra analcolica, passando per Fuori gli americani e tante altre) abbiamo tutti quanti fatto l’ennesimo viaggio per arditi sentieri, musicali e molto comunitari.

Particolarmente divertente, con quasi tutte le donne presenti in prima fila, il duetto di canzoni d’amore, da dedicare a tutti coloro che credono nei sentimenti ma con allegria e non con nostalgia e mielosa tristezza.

Da pelle d’oca è stato poi il momento in cui, con Batti che stringeva nelle mani la bandiera dell’Istria, un coro di voci si è innalzato a gridare, ancora una volta, che quelle terre sono italiane. Entusiasmo e commozione palpabili…

La serata si è alla fine (purtroppo…) conclusa con chiacchiere, foto, saluti e la promessa di rivedersi tutti sotto il palco al prossimo concerto per vivere…un altro sabato tra camerati!

Cristina Di Giori

(25 febbraio 2010 - Fonte: www. canti ribelli.com)


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