Suicida Roberto Scocco, cantò le speranze dei giovani di destra
Testata: SECOLO D'ITALIA WEB
Data:4 gennaio 2013Autore: Antonio Pannullo
Tipologia: Specifico
Locazione in archivio
Stato:Solo TestoLocazione: ASMA-Archivio digitale RS,Web/Secolo d'Italia Web,Secolo d'Italia Web 2013-01-04
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Suicida Roberto Scocco, cantò le speranze dei giovani di destra
di Antonio Pannullo/ven 4 gennaio 2013/18:41
Sua la canzone "A Sergio", dedicata a Ramelli
Rispetto. Dolore e rispetto. È questa la reazione degli amici di Roberto Scocco alla notizia della sua morte. Roberto, noto a destra per le sue ballate alternative negli anni Settanta, è stato trovato morto un una torretta di Villa Lauri, a Pollenza, nelle Marche, terra di cui era originario: si sarebbe sparato con un fucile da caccia. Poco prima, non lontano dalla villa, era stato ritrovato il suo furgone Doblò, all’interno del quale c’era anche il suo cellulare. Roberto, che i giornali definiscono pubblicitario, ma che era soprattutto cantautore e poeta, era nato il 23 dicembre 1956 e gestiva il castello Pallotta di Caldarola. La moglie e il fratello ne hanno denunciato la scomparsa in Questura perché mancava da due giorni e sono così iniziate le ricerche. Roberto lascia due figli e di 5 e 7 anni. Da sempre impegnato in politica, a destra, dopo la svolta di Fiuggi si era candidato con la Fiamma tricolore alle comunali e in Regione. Negli anni Settanta i giovani missini ascoltavano le sue canzoni in musicassetta, tra le quali “A Sergio”, dedicata a Sergio Ramelli, il giovane assassinato a sprangate dall’ultrasinistra a Milano, “La vendetta della civetta”, e soprattutto “Contadino”, uno dei suoi primi brani, nel quale auspica un recupero del rapporto tra l’uomo e la natura. Ha partecipato ai campi Hobbit, i raduni della giovane destra, sempre negli anni Settanta, fu esponente del Fronte della Gioventù di Macerata, teneva concerti fortemente caratterizzati. Aveva anche un’impresa di grafica pubblicitaria e organizzava eventi e iniziative culturali. A detta dei suoi amici, non era tipo da fare quel che ha fatto, perché aveva una visione scanzonata e ottimistica della vita, scherzava. Ma non sempre. Ultimamente aveva scritto così: «Ho lavorato sempre e tanto ma ho anche coltivato molte passioni cercando di non lasciare niente indietro…adesso non è il massimo ma vado avanti lo stesso e mi sento sempre più una roccia in mezzo alla tempesta…o uno scoglio?».
(http://www.secoloditalia.it/2013/01/suicida-roberto-scocco-canto-le-speranze-dei-giovani-di-destra/)