Quando tramontò la satira di destra
Testata: L'ITALIA SETTIMANALE
Data:21 dicembre 1994Autore: Cirri Luciano
Tipologia: Citazione
Locazione in archivio
Stato:OriginaleLocazione: ACL-AS,RI02-L'ITALIA SETTIMANALE,05
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Nacque il Giardino dei Supplizi con etsti miei e po di Gianni Preda: una piccola scissione la cui storia se ne valesse la pena, sarebbe tutta da raccontare. Vi parteciparono agli inizi Oreste Lionello e Claudia Caminito con Pino Roccon e molti nuovi come Gianfranco Funari, Anna Mazzamauro, Franco Bracardi, Maria Palma Valloni, Amedeo Tommasi, Sandro Pellegrini, Joe Sentieri, Dada Gallotti, Antonella Steni, il bravissimo attore-cantautore Leo Valeriano, Franco Cremonini, la cantante attrice Pat Starke e molti altri ancora. Ma il cabaret incominciava a finire. E il Bagaglino che ne era stato l'antesignano, avvertì per tempo quest'atmosfera di crepuscolo trasferendosi al glorioso Salone Margherita di Roma dove cercò di proseguire sempre cn al viva partecipazione del pubblico lungo la via già tracciata. Ora non è più possibile. La Rai Tv di Stato ha voluto assumere in proprio anche la satira politica e di costume. Il monopolio diventa più vasto, la possibilità di libere risate in libero Stato restringe i propi vicoli della malinconia stipendiata. Esistono oggi comici che dal teleschermo prendono in giro il Papa e il Presidente della Repubblica, e non avrebbero mai osato farlo se non fosse nato quel vecchio cabaret. Costoro si sentono coraggiosi perché dicono che Fanfani è basso, il Santo Padre viaggia a cavallo di una robusta colomba e il Presidente della Repubblica fuma la pipa. C'è da morire dalle risate, ammirando tanto coraggio ritardato. Ma il vecchio teatro cabaret era un'altra cosa: si rideva davvero, si si arrabbiava sinceramente, si cantava a gola spiegata, senza protezione di San Remo. Si prendeva per i fondelli, brutalmente, senza rispetti né remore, ogni despota della nostra democrazia, o ci s'inteneriva per un ricordo di anni sperperati, nel lungo viaggio dalla civiltà al progresso. E' davvero finita un'epoca, come hanno detto Castellacci e Pingitore. Sulla sua tomba, il tempo nuovo spargerà fiori ibernati, lacrime di plastica e tanti finocchi.