Cinque domande agli Janus
Testata: DISSENSO
Data:27 novembre 1978Tipologia: Intervista
Locazione in archivio
Stato:Rivista completaLocazione: ACL-AS,RI06B-DISSENSO,11
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MUSICA CINQUE DOMANDE AGLI JANUS
1) Come mai Janus?
2) Il vostro complesso si è visto poco dal vivo perché e che programmi avete in tal senso per il futuro?
3) Nell’ambito della musica alternativa siete i soli a suonare musica rock, quali i motivi di queste scelte?
4) Quali i punti di riferimento culturale nella vostra ricerca musicale?
5) Sappiamo che state per affrontare una impresa molto impegnativa, cosa potete dirci in proposito?
RISPOSTE
1) Abbiamo scelto questo nome perché siamo tutti di Roma e ci è parso giusto, nello scegliere un nome per il nostro complesso onorare i ricordi migliori di questa città. Janus difatti era il più antico dio romano, colui che dava principio alle cose e questo nome ci è parso beneaugurante per noi che dal nulla iniziavamo un progetto musicale di alternativa. Le due teste del dio romano rappresentano anche il passato e il futuro, e anche ciò ci sembra di grande valore simbolico.
2) Purtroppo abbiamo potuto dare pochi concerti dal vivo per una serie di motivi non certo dipendenti dalla nostra volontà, Innanzitutto non abbiamo un pullman per trasportare la nostra attrezzatura ed è realmente difficile trasportarsi appresso un quintale di strumenti con qualche macchina messa a disposizione dalla buona volontà di qualche amico. Inoltre non abbiamo una amplificazione adatta per suonare in concerto, ci manca l’impianto voci e la potenza degli amplificatori che abbiamo è troppo bassa. Gli organizzatori di concerti alternativi non hanno nel 90% dei casi la possibilità finanziaria per affittare una buona amplificazione, senza la quale, è realmente impossibile, per noi realizzare un buon concerto. Quando gli organizzatori ci daranno la possibilità di suonare con una strumentazione decente, saremo ben lieti di partecipare e anzi abbiamo già preso una serie di contatti in questi senso
3) E’ una scelta ben precisa: consideriamo il rock e tutta la musica d’avanguardia come uno dei migliori mezzi per realizzare una attività politico-musicale senza cadere nello scontato e nel ripetitivo. E poi noi vogliamo puntare molto proprio sulla musica, anziché sui testi; molti nostri brani sono solo strumentali perché vogliono riuscire a illustrare un’idea, un argomento, un pensiero attraverso la sollecitazione musicale: un rapporto ideasuono. Se si vogliono fare dei passi avanti nel nostro ambiente, bisogna rafforzare la sonorità e gli arrangiamenti, altrimenti ci troveremo in molti casi a sentire i soliti testi-comizio buttati su quattro accordi sempre uguali. Il rock è fantasia ed individualità musica forza o musica cerebrale; a seconda delle varie maniere di suonarlo, è senza dubbio musica d’élite. Inoltre è un fenomeno musicale giovanile, per cui ci sembra giusto rivolgerci ai giovani con una musica adatta alle loro istanze di ribellione e di rinnovamento. La musica d’avanguardia si può inserire in una dimensione europea; il rock nelle sue varie forme risente dei più disparati influssi e il fatto che si possa accordare facilmente con i temi tradizionali celtici, o con i canti medievali o can la tarantella napoletana, dimostra la sua adattabilità e la sua possibilità ad essere capito e apprezzato ovunque in Europa. I nostri dischi hanno destato un certo interesse fra i camerati di diverse nazioni europee proprio per il genere che facciamo. Vorremmo anche far notare che la ricerca di nuove possibilità musicali, da parte di un settore dei musicisti rock, ricorda intensamente la cultura futurista. Per chiarire una volta per tutte questo punto, vogliamo ricordare che il rock e l’avanguardia come d’altronde tutta la musica in generale, non possiamo essere etichettati come fenomeni di destra o di sinistra: è chi la esegue bene e la politicizza con intelligenza che darà secondo le proprie convinzioni, un contenuto alla sua musica. Noi facciamo tutto il possibile perché la nostra musica realizzi le nostre idee e le diffonda, senza però voler ridurre il tutto a un comizio sul pentagramma.
4) Abbiamo cercato di creare una simbiosi fra la cultura del nostro movimento e la musica che proponiamo: ne sono un esempio i due brani del nostro E.P. Janus, i cui testi sono stati ricavati da una poesia di Ezra Pound e da una di Robert Brasillach. In un prossimo brano useremo un testo tratto da una poesia di Friedrich Nietzsche. Ad ogni modo continueremo senz’altro questo esperimento, perché ci sembra molto valido .Tra breve entreremo in sala d’incisione per registrare il nostro primo Long Playing che si dovrebbe intitolare AL MAESTRALE. Sarà un momento di riflessione su quanto abbiamo fatto in questi ultimi due anni piuttosto travagliati a causa dei continui cambiamenti di organico. Non sarà però questo disco un punto d’arrivo, casomai di partenza. Se non ci saranno delle variazioni nel nostro programma, il disco sarà pronto ai primi di dicembre. Cercheremo nei limiti del possibile di venderlo a prezzo basso, in ogni caso non dovrà superare le 4.500 lire per le reti di distribuzione, il che vuol dire per noi darlo ai centri di diffusione a 3.000-3.500 la copia. Il nostro complesso anche per quanto riguarda la fase di registrazione, è uno di quelli che devono affrontare le spese maggiori, ci vuole molto tempo per registrare con 5 strumenti e realizzare puoi dei buoni mixaggi. Continueremo sulla nostra strada nell’autofinanziamento, per poter esprimere le nostre idee musical-politiche in piena libertà.
DISCOGRAFIA
1976 Tempo di vittoria 45 giri; lato A: Tempo di vittoria; lato B: Rivoluzione.
1977 Janus E.P. 33 giri; lato A: Bandiere al vento, Canzone per un prigioniero politico, Dresda; lato B: De Aegypto, Kampf