INNO DI SPALATO
Anno: 1933
Gruppo:
Testo: Mario Maria MartiniMusica: Pietro Venturini
Menu
O stranier che ti umiliavi
al Proconsole romano,
non degenere dagli avi
ora è il popolo italiano ;
trenta secoli di gloria
non si posson cancellar:
se romana è la vittoria
deve italica restar.
Fa rimesso artigli e rostro
la bell'aquila imperiale
e sul mondo che fu nostro
nuovamente allarga Pale:
l'Adriatico la vede
alta in cielo trasvolar;
Legionario, la tua fede
non la deve abbandonar.
Tutta nostra è la riviera,
nostri i monti e nostro il mare,
nostra è questa primavera
che d'amor ci fa tremare
quando Spalato dolente
grida a noi di là dal mar:
sangue è il mio di vostra gente
deh! venitelo a salvar!
O Dalmazia, il giorno santo
del riscatto è ormai vicino:
ti consoli questo canto
sulla brezza del mattino :
dell'Oriuna pei briganti
una bomba sempre c'è:
Legionari, in piedi, avanti
per la Patria e per il Re.
al Proconsole romano,
non degenere dagli avi
ora è il popolo italiano ;
trenta secoli di gloria
non si posson cancellar:
se romana è la vittoria
deve italica restar.
Fa rimesso artigli e rostro
la bell'aquila imperiale
e sul mondo che fu nostro
nuovamente allarga Pale:
l'Adriatico la vede
alta in cielo trasvolar;
Legionario, la tua fede
non la deve abbandonar.
Tutta nostra è la riviera,
nostri i monti e nostro il mare,
nostra è questa primavera
che d'amor ci fa tremare
quando Spalato dolente
grida a noi di là dal mar:
sangue è il mio di vostra gente
deh! venitelo a salvar!
O Dalmazia, il giorno santo
del riscatto è ormai vicino:
ti consoli questo canto
sulla brezza del mattino :
dell'Oriuna pei briganti
una bomba sempre c'è:
Legionari, in piedi, avanti
per la Patria e per il Re.