COMBATTENTI A NOI
Anno: 1935
Gruppo:
Testo: Amilcare RossiMusica: Giuseppe Pettinato
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Combattenti del Piave e del Carso,
combattenti del monte e del piano,
ci gloriamo del sangue già sparso,
or lanciamo lo spirto lontano.
Battaglioni di nuove vittorie
su, correte, la Patria vi chiama;
coltivando le sacre memorie
vibri in cor de l’Impero la brama.
La nostra Patria
oggi è laggiù;
in terra d’Africa,
ora o mai più.
Bello siccome il vivere
sarà per noi morire,
per una santa causa
di onor, di civiltà.
Giovinetti di appena vent’anni
ci movemmo in un’alba vermiglia,
non pensammo a perigli od affanni,
non a cure di scuola o famiglia.
Nella “Tevere” dunque proviamo
che lo spirito è sempre di quando
il sever della Patria richiamo
ci spingeva all’assalto cantando.
La nostra Patria
oggi è laggiù;
in terra d’Africa,
ora o mai più.
Bello siccome il vivere
sarà per noi morire,
per una santa causa
di onor, di civiltà.
Noi portiamo di Roma la luce
tra le genti che Roma fè salde,
colla forza del dritto ed il Duce
le virtù di noi tutte fa balde.
Dove schiave le genti si fanno
noi vogliamo giustizia portare
e degli invidi sperdere il danno
e d’Italia i diritti sacrare.
La nostra Patria
oggi è laggiù;
in terra d’Africa,
ora o mai più.
Bello siccome il vivere
sarà per noi morire,
per una santa causa
di onor, di civiltà.
Per il Re, per il Duce: alalà!
combattenti del monte e del piano,
ci gloriamo del sangue già sparso,
or lanciamo lo spirto lontano.
Battaglioni di nuove vittorie
su, correte, la Patria vi chiama;
coltivando le sacre memorie
vibri in cor de l’Impero la brama.
La nostra Patria
oggi è laggiù;
in terra d’Africa,
ora o mai più.
Bello siccome il vivere
sarà per noi morire,
per una santa causa
di onor, di civiltà.
Giovinetti di appena vent’anni
ci movemmo in un’alba vermiglia,
non pensammo a perigli od affanni,
non a cure di scuola o famiglia.
Nella “Tevere” dunque proviamo
che lo spirito è sempre di quando
il sever della Patria richiamo
ci spingeva all’assalto cantando.
La nostra Patria
oggi è laggiù;
in terra d’Africa,
ora o mai più.
Bello siccome il vivere
sarà per noi morire,
per una santa causa
di onor, di civiltà.
Noi portiamo di Roma la luce
tra le genti che Roma fè salde,
colla forza del dritto ed il Duce
le virtù di noi tutte fa balde.
Dove schiave le genti si fanno
noi vogliamo giustizia portare
e degli invidi sperdere il danno
e d’Italia i diritti sacrare.
La nostra Patria
oggi è laggiù;
in terra d’Africa,
ora o mai più.
Bello siccome il vivere
sarà per noi morire,
per una santa causa
di onor, di civiltà.
Per il Re, per il Duce: alalà!