ITACA
Menu
Per te ho fuggito le stanze della mia infanzia
in stradelli polverosi che conducevano in campagnia
la mia terra, le notti romagnole
ebbre di vino e nebbia.
All'alba è difficile imboccare una giusta strada
e nel silenzio del piazzale
capire quanto diverse sono le nostre strade
e il sole, trafigge teatrante le nostre carni stanche.
Corri auto vai, vai, lei prima dei miei guai!
Le lingue di terra i bagnasciuga
son cammini di preghiera
e sospinto da un amore mortale
approdare su ponti romani
in dimensioni irreali.
Gli allori, le aquile fiere
erano tributo per le genti straniere
e con gli amici arrivare sul monte oscuro
la cui schiena è baciata dal mare.
E nel silenzio scoprirmi airone
esule nel mio amore
e nella fede con i bambini sollevare un aquilone.
E in chiese sperdute l' Ulisse cercò la luce...
E a lungo t'ho veduta, sentita respirare
nel ritmo altalenante del mare
nei sassi, stanchi guerrieri,
plasmano in arena i miei pensieri.
Di roccia la mia disperazione
darei ciò che non ho per la tua voce
e la brezza, sollecita le sole parole
che imprigionate nell'anonimato
sono tenui banderuole.
Effige del passato, della mia decisione
dei miei stenti, restano ad ornare
i tuoi occhi incerti, delle conchiglie i lamenti,
Corri auto vai, vai, lei prima dei miei guai!
Son tormentato
dal tuo respiro che è di marea!...
in stradelli polverosi che conducevano in campagnia
la mia terra, le notti romagnole
ebbre di vino e nebbia.
All'alba è difficile imboccare una giusta strada
e nel silenzio del piazzale
capire quanto diverse sono le nostre strade
e il sole, trafigge teatrante le nostre carni stanche.
Corri auto vai, vai, lei prima dei miei guai!
Le lingue di terra i bagnasciuga
son cammini di preghiera
e sospinto da un amore mortale
approdare su ponti romani
in dimensioni irreali.
Gli allori, le aquile fiere
erano tributo per le genti straniere
e con gli amici arrivare sul monte oscuro
la cui schiena è baciata dal mare.
E nel silenzio scoprirmi airone
esule nel mio amore
e nella fede con i bambini sollevare un aquilone.
E in chiese sperdute l' Ulisse cercò la luce...
E a lungo t'ho veduta, sentita respirare
nel ritmo altalenante del mare
nei sassi, stanchi guerrieri,
plasmano in arena i miei pensieri.
Di roccia la mia disperazione
darei ciò che non ho per la tua voce
e la brezza, sollecita le sole parole
che imprigionate nell'anonimato
sono tenui banderuole.
Effige del passato, della mia decisione
dei miei stenti, restano ad ornare
i tuoi occhi incerti, delle conchiglie i lamenti,
Corri auto vai, vai, lei prima dei miei guai!
Son tormentato
dal tuo respiro che è di marea!...