A VENEZIA
Anno: 1848
Gruppo:
Testo: Arnaldo FusinatoMusica: (Anonimo)
Menu
È fosco l'aere,
il cielo è muto,
ed io sul tacito
veron seduto,
In solitària
Malinconia
ti guardo e lagrimo,
Venezia mia!
Fra i rotti nugoli
dell'occidente
del sol morente,
il raggio pèrdesì
e mesto sibila
per l'aria bruna
l'ultimo gemito
della laguna.
Passa una gondola
della città :
- Ehi, della gondola,
qual novità?
- Il morbo infuria,
il pan ci manca,
sul ponte sventola
bandiera bianca! -
No, no, non splendere
su tanti guai,
sole d'Italia,
non splender mai:
e sulla veneta
spenta fortuna
si eterni il gemito
della laguna!
Venezia! L'ultima
ora è venuta;
illustre martire.
tu sei perduta...
il morbo infuria,
il pan ci manca,
sul ponte sventola
bandiera bianca!
Ma non le ignìvome
palle roventi
né i mille fulmini
su te stridenti
troncare ai liberi
tuoi dì lo stame …
Viva Venezia!
Muore di fame!
Su le tue pagine
scolpisci, o storia,
le altrui nequizie
e la sua gloria:
e grida ai posteri:
- Tre volte infame
chi vuoi Venezia
morta di fame!
Viva Venezia!
L'ira nemica
la sua risuscita
virtude antica;
ma il morbo infuria,
ma il pan ci manca..
Sul ponte sventola
bandiera bianca !
Ed ora infràngasi
su questa pietra,
finché è ancor libera,
questa mia cetra.
A te, Venezia,
l'ultimo canto,
l'ultimo bacio,
l'ultimo pianto.
Ramingo ed esule
in suoi straniero,
vivrai, Venezia,
nel mio pensiero;
vivrai, nel tempio
qui del mio core
come l'immagine
del primo amore.
Ma il vento sibila,
ma l'onda è scura,
ma tutta in tenebre
è la natura;
le corde stridono,
la voce manca …
sul ponte sventola
bandiera bianca!
il cielo è muto,
ed io sul tacito
veron seduto,
In solitària
Malinconia
ti guardo e lagrimo,
Venezia mia!
Fra i rotti nugoli
dell'occidente
del sol morente,
il raggio pèrdesì
e mesto sibila
per l'aria bruna
l'ultimo gemito
della laguna.
Passa una gondola
della città :
- Ehi, della gondola,
qual novità?
- Il morbo infuria,
il pan ci manca,
sul ponte sventola
bandiera bianca! -
No, no, non splendere
su tanti guai,
sole d'Italia,
non splender mai:
e sulla veneta
spenta fortuna
si eterni il gemito
della laguna!
Venezia! L'ultima
ora è venuta;
illustre martire.
tu sei perduta...
il morbo infuria,
il pan ci manca,
sul ponte sventola
bandiera bianca!
Ma non le ignìvome
palle roventi
né i mille fulmini
su te stridenti
troncare ai liberi
tuoi dì lo stame …
Viva Venezia!
Muore di fame!
Su le tue pagine
scolpisci, o storia,
le altrui nequizie
e la sua gloria:
e grida ai posteri:
- Tre volte infame
chi vuoi Venezia
morta di fame!
Viva Venezia!
L'ira nemica
la sua risuscita
virtude antica;
ma il morbo infuria,
ma il pan ci manca..
Sul ponte sventola
bandiera bianca !
Ed ora infràngasi
su questa pietra,
finché è ancor libera,
questa mia cetra.
A te, Venezia,
l'ultimo canto,
l'ultimo bacio,
l'ultimo pianto.
Ramingo ed esule
in suoi straniero,
vivrai, Venezia,
nel mio pensiero;
vivrai, nel tempio
qui del mio core
come l'immagine
del primo amore.
Ma il vento sibila,
ma l'onda è scura,
ma tutta in tenebre
è la natura;
le corde stridono,
la voce manca …
sul ponte sventola
bandiera bianca!