CANTO DI GUERRA
Anno: 1848
Gruppo:
Testo: Luigi CarrerMusica: (Anonimo)
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Via da noi, Tedesco infido,
Non più patti, non più accordi ;
Guerra, guerra ! Ogn 'altro grido
E' d'infamia e servitù.
Su que' rei, di sangue lordi,
Il furor si fa virtù.
Ogni spada divien santa
Che nei barbari si pianta ;
E' d'Italia indegno figlio
Chi all'acciar non dà di piglio,
E un nemico non atterra :
Guerra, guerra !
Tentò indarno un crudo bando
Ribadirci le catene ;
La catena volta in brando
Ne sta in pugno, e morte dà.
Guerra, guerra ! Non s'ottiene
Senza sangue libertà.
Alla legge inesorata
Fa risposta la Crociata ;
Fan risposta al truce editto
Fermo core, braccio invitto,
Ed acciaro che non erra ;
Guerra, guerra !
Non ci attristi piià lo sguardo
L'aborrito giallo e nero;
Sorga l'italo stendardo
E sgomenti gli oppressor.
Sorga, sorga, e splenda altero
Il vessillo tricolor.
Lieta insegna, insegna nostra ,
Sventolante a noi ti mostra ;
Il cammino tu ci addita,
Noi daremo sangue e vita
Per francar la patria terra ;
Guerra, guerra!
E' la guerra il nostro scampo.
Da lei gloria avremo e regno ;
Della spada il fiero lampo
Dasti in noi l'antico ardir.
E' d'Italia figlio indegno
Chi non sa per lei morir.
Chi tra l'Alpi e il Faro è nato
L'armi impugni e sia lodato ;
Varchi il mare, passi il monte.
Più non levi al ciel la fronte
Chi un acciaro non afferra :
Guerra, guerra !
Dal palagio al tetto umile
Tutto, tutto il bel paese
Guerra echeggi, e morte al vile
Che tant'anni ci calcò;
Guerra suonino le chiese '
Che il ribaldo profanò.
Vecchi infermi, donne imbelli.
Dei belligeri fratelli
Secondate il caldo affetto :
Guerra, guerra ! In ogni petto.
Che di vita un'aura serra,
Guerra, guerra !
Non più patti, non più accordi ;
Guerra, guerra ! Ogn 'altro grido
E' d'infamia e servitù.
Su que' rei, di sangue lordi,
Il furor si fa virtù.
Ogni spada divien santa
Che nei barbari si pianta ;
E' d'Italia indegno figlio
Chi all'acciar non dà di piglio,
E un nemico non atterra :
Guerra, guerra !
Tentò indarno un crudo bando
Ribadirci le catene ;
La catena volta in brando
Ne sta in pugno, e morte dà.
Guerra, guerra ! Non s'ottiene
Senza sangue libertà.
Alla legge inesorata
Fa risposta la Crociata ;
Fan risposta al truce editto
Fermo core, braccio invitto,
Ed acciaro che non erra ;
Guerra, guerra !
Non ci attristi piià lo sguardo
L'aborrito giallo e nero;
Sorga l'italo stendardo
E sgomenti gli oppressor.
Sorga, sorga, e splenda altero
Il vessillo tricolor.
Lieta insegna, insegna nostra ,
Sventolante a noi ti mostra ;
Il cammino tu ci addita,
Noi daremo sangue e vita
Per francar la patria terra ;
Guerra, guerra!
E' la guerra il nostro scampo.
Da lei gloria avremo e regno ;
Della spada il fiero lampo
Dasti in noi l'antico ardir.
E' d'Italia figlio indegno
Chi non sa per lei morir.
Chi tra l'Alpi e il Faro è nato
L'armi impugni e sia lodato ;
Varchi il mare, passi il monte.
Più non levi al ciel la fronte
Chi un acciaro non afferra :
Guerra, guerra !
Dal palagio al tetto umile
Tutto, tutto il bel paese
Guerra echeggi, e morte al vile
Che tant'anni ci calcò;
Guerra suonino le chiese '
Che il ribaldo profanò.
Vecchi infermi, donne imbelli.
Dei belligeri fratelli
Secondate il caldo affetto :
Guerra, guerra ! In ogni petto.
Che di vita un'aura serra,
Guerra, guerra !
Note
Il gagliardo canto del Carrer (nato a Venezia il 12 febbraio 1801, morto in patria il 23 dicembre 1850), fu scritto principalmente per il popolo quando Carlo Alberto dichiarò la guerra all'Austria nel 1848 e ripetuto dal popolo per lunghi anni.(da “Inni di Guerra e Canti Patriottici del popolo italiano” Ed. Risorgimento, Milano,1915)