Canzoni

FUORI IL BARBARO!

Anno: 1831

Gruppo:

Testo e musica: Agostino Ruffini

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Ogni prode al suo manipolo.
Ogni schioppo alla sua spalla,
Su mostriamo ai duri austriaci
Se alla prova il cor ci falla ;
Suonin guerra i nostri carmi,
Sia di guerra ogni pensier :
Italiani, all'armi all'armi.
Guerra eterna allo stranier.

Han succhiato il nostro sangue,
Han beffata la sventura,
Hanno fatta dell'Italia
Una vasta sepoltura ;
Su alla razza maledetta,
Su ai feroci masnadier,
Italiani, alla vendetta,
Guerra eterna allo stranier.

Siamo pochi, ma siam liberi
Ma il Signor propizia i bravi ;
E' devota ali 'esterminio
La masnada degli schiavi,
Come ai dì che Barbarossa
Pianser morto i suoi scudier,
Italiani, avanti avanti,
Guerra eterna allo stranier.

Ora e sempre guerra ai barbari.
Ora e sempre ovunque guerra :
Finché un sol di loro annebbia
Il seren di nostra terra,
Sian di guerra i nostri canti,
Sia di guerra ogni pensier, ,
Italiani, avanti avanti.
Guerra eterna allo stranier.

Al Signor, pe' nostri martiri.
Per la vita, per la morte,
Far giurammo Italia libera
Una, egual, potente e forte :
Or giuriam dell'armi al lampo
Sciorre il voto oppur cader.
Italiani, al campo al campo,
Guerra eterna allo stranier.

Splenda Rosso, Verde e Candido
Sulle schiere lo stendardo,
Orifiamma dell'Italia...
Sovra lui figgete il guardo :
Del riscatto e della gloria
Ei vi guidi sul sentier...
Italiani, alla vittoria...
Guerra eterna allo stranier !

Note

CANZONE POPOLARE DI GUERRA

Di Jacopo, Giovanni e Agostino Ruffìni, Giuseppe Mazzini, scrisse queste parole : « L'amicizia che io strinsi coi giovani Ruffini — ed era per essi e per la santa madre loro un amore — mi riconciliò alla vita e concesse sfogo alle ardenti passioni che mi fermentavano dentro. Parlando con essi di lettere, di risorgimento italiano, di questioni filosofico-religiose, di piccole associazioni che erano preludi alla grande da fondarsi per avere di contrabbando libri e giornali vietati, l'anima si rassicurava ; intravedeva possibile, comecché su piccola scala, l'azione... Ci demmo (nel 1830 quando scoppiò l'insurrezione francese) a fondere palle e a prepararci per un conflitto che salutavamo inevitabile e decisivo... ». E' di quel tempo la canzone popolare di guerra di Agostino Ruffini. allora studente di giurisprudenza nell'Università di Genova. La canzone ebbe diffusione limitata tra gli studenti ; non fu mai publicata e vide la luce soltanto nel 1893 nell'ottimo libro del prof. Carlo Cagnacci sui fratelli Ruffini e Mazzini, ma la riproduciamo qui come un modello di poesia patriottica.

(da “Inni di Guerra e Canti Patriottici del popolo italiano” Ed. Risorgimento, Milano,1915)