Canzoni

UNITA E LIBERTA’

Anno: 1830

Gruppo:

Testo: Dante Gabriele Rossetti
Musica: (Anonimo)

Menu


Minaccioso l'arcangiol di guerra
Già passeggia per l'itala terra :
Lo precede la bellica tromba
Che dal sonno l'Italia svegliò :
L'Appennino per lungo rimbomba
E dal Liri va l'eco sul Po.

Tutta l'Italia pare
Rimescolato mare :
E voce va tonando
Per campi e per città :
— Giuriam giuriam sul brando
O morte o libertà I —

La Trinacria che all'ire s’è desta
Mise grido di rauca tempesta :
Le tre punte del Delta fèr eco,
Per tre valli quell'eco muggì ;
Tonò l'Etna dal concavo speco,
Latrò Scilla, Cariddi ruggì.

— All'arme! all'arme! — è il grido
Che va di lido in lido;
E l'eco replicando
Di lido in lido va :
— Giuriam giuriam sul brando
O morte o libertà ! —

Qua dall'Alpe che serra Lamagna,
Sull'immensa lombarda campagna
Simil grido que' detti ripete,
Simil eco quell'ire destò :
O fratelli, sorgete sorgete!
Del riscatto già l'ora suonò!

Se il centro ed ambo i lati
Brulicheran d'armati,
Chi affronterà pugnando
L'italica unità?
— Giuriam giuriam sul brando
morte o libertà ! —

Ma qual plauso si leva dal centro !
Oh, qual plauso ! Né resta là dentro :
Come tuono cui tuono rincalza
O balen cui succede balen,
Dai due lati nel centro rimbalza
E dal centro sui lati rivien.

Al plauso che più cresce
Questa canzon si mesce,
1 petti infervorando
Di patria carità :
— Giuriam giuriam sul brando
O morte o libertà ! —

— Siam fratelli — nel centro risuona,
— Siam fratelli — nei lati rituona ;
E già questi s'abbraccian con quelli,
Dai tre Iati godendo ridir :
— Siam fratelli, fratelli, fratelli,
E i confini per tutto sparir ! —

Ardir, fratelli! E' giunto
Il sospirato punto :
S'ei passa, ahi, chi sa quando
Di nuovo ei tornerà?
— Giuriam giuriam sul brando
O morte o libertà ! —

Questo fuoco che all'alme s'apprende
E le invade. 1« scuote, le accende,
Questo fuoco, fratelli, vi sveli
Che terrestre di tempra non è ;
Ah, discese dall'ara de' cieli
La scintilla che incendio si fé !

Da quell'altar discese
Che infiamma a sante imprese,
E i cuori infervorando
Tutti esclamar ci fa :
— Giuriam giuriam sul brando
O morte o libertà ! —

Sette Siri «i coiman di mali
Pari ai sette peccati mortali ;
Pari ai capi dell'idra lernea
Cui d'Alcide la clava mietè.
Tristi capi d'un 'idra pili rea.
Nuovo Alcide lontano non è !

Quanti la patria ha fidi
Tanti saran gli Alcidi ;
Deh, un giorno memorando
Cangi una lunga età !
• — Giuriam giuriam sul brando
O morte o libertà ! —

Ci divise perfidia e sciagura,
Ma congiunti ci volle natura ;
Alma diva, cui l'Alpe corona
Fra gli amplessi di duplice mar,
Se una lingua sul labbro ti suona
Un sol culto ti sacri l'altar!

Chi in sette ti partiìo
Tradì l'idea di Dio,
E il mostro abbominando
Il fio ne pagherà :
— Giuriam giuriam sul brando
O morte o libertà ! —

Mascherata malizia chercuta
T'ha divisa, tradita, venduta;
De' tuoi figli fé' crudo governo
Quell'avara malizia crudel ;
Turpe furia sbucata d'inferno,
Che si disse discesa dal ciel.

S'ella mantenne in vita
Quell'idra imbaldanzita,
E l'una e l'altra in bando
Da questo suol n'andrà :
— Giuriam giuriam sul brando
O morte o libertà ! —

Cada cada l'antica potenza
Ch'è de' mali feconda semenza;
E la legge del Verbo di Dio,
Ch'ella appanna di nebbia d'error,
Radiante del lume natio
Rimariti la mente col cor.

Finché quel servo culto,
Ch'all'uom, ch'a Dio fa insulto,
Dal sozzo aitar nefando
A terra non cadrà :
— Giuriam giuriam sul brando
O morte o libertà ! —

Divo fonte del culto più bello
Che quell'empia converte in flagello,
Tu che inspiri sì nobile impresa,
Scudo e spada d'Italia sii tu,
Saldo scudo di giusta difesa.
Forte spada di patria virtù !

Mira una madre oppressa,
Ve' i figli intorno ad essa
Che fremono gridando
Di sdegno e di pietà :
— Giuriam giuriam sul brando
O morte o libertà ! —

Note

Nel '48 e '49 fu cantato moltissimo e con grande entusiasmo l'inno del Rossetti composto fin dal 1830. Fu carissimo a Garibaldi. « Ecco una bella e forte musica — diceva l'Eroe (ricordo di A. G. Barrili), quantunque in parte ricavata da un'opera giocosa (musica del Rossini del Barbiere) ; ed è veramente dispiacevole che nessuno dei nostri giovanotti l'abbia cantata più nelle marce e negli accampamenti. Con quest'inno dei miei legionari di Roma mi avete ringiovanito di dodici anni. »

(da “Inni di Guerra e Canti Patriottici del popolo italiano” Ed. Risorgimento, Milano,1915)