LETTERA DI UN SOLDATO ALLA SUA INNAMORATA
Anno: 1912
Gruppo:
Testo: Camillo MarulliMusica: (Anonimo)
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O mia Cara,
da Tripoli ti scrivo
Attento un po’ alla penna ed al fucil;
E’ un miracolo grande se son vivo,
Perché, se u non lo sai, l’Arabo è vil.
In nome di Maometto e del Corano
Il Turco spinge l’Arabo guerrier
Ad affrontare il milite Italiano
Chiamandolo infedel cane stranier!
Nel mese scorso te l’avranno detto,
A Sciara-Sciat il giorno ventitre
Si fece tale un fuoco maledetto
Da rimanere appenA pochi in piè!
E in quel tremendo gran combattimento
Ai valorosi nostri bersaglier
Fu fatto quell’infame tradimento
Spararli per di dietro il giorno intier!
Ma gli assassini furon massacrati
Quantunque assai di numero maggior!...
Dai loro nascondigli discacciati,
Fuggiron nel deserto i traditor.
In quanto a vita ti assicuro, o cara,
Non mi posso lagnare per davver,
Perché se per qualche ora non si spara,
Si ride, canta e mangia che è un piacer.
A Tripoli nel giorno ventisei
Si fece una gran guerra e a noi, si sa,
Toccò una tal vittoria che dovrei
Descriverti ma il tempo non ci sta ...
Ti basti solo dir che il Mussulmano
Fuggiva come pazzo dal terror,
Perché dal mare e da un aeroplano
Su lui scoppiavan bombe con fragor!
La tromba chiama all’armi!! Addio, addio!
Non posso seguitar a scriver più...
Scusami tanto e credi che in cuor mio
Pur tra gli spari non ci sei che tu.
Un’altra volta scriverò più assai,
Accetta un bacio e prega il ciel per me,
Per me, che se pur morto mi saprai,
Credi, son morto, ma pensando a te!
da Tripoli ti scrivo
Attento un po’ alla penna ed al fucil;
E’ un miracolo grande se son vivo,
Perché, se u non lo sai, l’Arabo è vil.
In nome di Maometto e del Corano
Il Turco spinge l’Arabo guerrier
Ad affrontare il milite Italiano
Chiamandolo infedel cane stranier!
Nel mese scorso te l’avranno detto,
A Sciara-Sciat il giorno ventitre
Si fece tale un fuoco maledetto
Da rimanere appenA pochi in piè!
E in quel tremendo gran combattimento
Ai valorosi nostri bersaglier
Fu fatto quell’infame tradimento
Spararli per di dietro il giorno intier!
Ma gli assassini furon massacrati
Quantunque assai di numero maggior!...
Dai loro nascondigli discacciati,
Fuggiron nel deserto i traditor.
In quanto a vita ti assicuro, o cara,
Non mi posso lagnare per davver,
Perché se per qualche ora non si spara,
Si ride, canta e mangia che è un piacer.
A Tripoli nel giorno ventisei
Si fece una gran guerra e a noi, si sa,
Toccò una tal vittoria che dovrei
Descriverti ma il tempo non ci sta ...
Ti basti solo dir che il Mussulmano
Fuggiva come pazzo dal terror,
Perché dal mare e da un aeroplano
Su lui scoppiavan bombe con fragor!
La tromba chiama all’armi!! Addio, addio!
Non posso seguitar a scriver più...
Scusami tanto e credi che in cuor mio
Pur tra gli spari non ci sei che tu.
Un’altra volta scriverò più assai,
Accetta un bacio e prega il ciel per me,
Per me, che se pur morto mi saprai,
Credi, son morto, ma pensando a te!