LO SBARCO DELL MILLE RAGAZZE ITALIANE A TRIPOLI
Anno: 1912
Gruppo:
Testo: Titaniu GlobiMusica: (Anonimo)
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Come sapete - le ragazze son partite
furon vestite - da militar
sul bastimento - lor non fecer che cantare
e di gridare - noi a Tripoli si va.
Quando là noi sbarcheremo
gran coraggio avremo
nulla temeremo
gridando ancora - il turco muora,
donne noi siamo d’Italia
per colpir canaglia
il colpo non si sbaglia
viva l’italia - e Tripoli ancor.
Appena giunte - la nel Tripolino
il beduino - sorpreso è già,
non sa spiegare - come va quella faccenda,
in cor s’accenda - nel vederle poi sbarcar.
Tutte quelle pazzerelle
allegre, ardite e snelle
coraggiose e belle
sfilan davanti - a quei birbanti
e con passo militare
mettonsi a marciare
poi tosto a gridare:
vival’Italia - e Bengasi ancor.
Già sono entrate - nella bianca cittadina
quanto è carina - gridano allor,
ora ch’è nostra - non più il Turco padroneggia
qui la su reggia - pose fine l’Italian.
Se vorrà poi la turcaglia
rinnovar battaglia
certo che si sbaglia,
siamo Italiane - stirpe Romane
coraggiose nel cimento
sempre in quel momento
avremo il sopravvento,
viva l’Italia - e poi derna ancor.
Dopo in caserma - là davanti al comandante
e tutte quante - voglion parlar,
ma la Floriana - zitto, disse, una per volta
non sono stolta - non facciamo confusion.
Siamo donne militare
bando al chiacchierare,
farsi rispettare
è necessario - per l’avversario
dobbiamo dunque aver decoro
guadagnar l’alloro
e gridare in coro:
viva l’Italia - Ain-Zara ancor.
furon vestite - da militar
sul bastimento - lor non fecer che cantare
e di gridare - noi a Tripoli si va.
Quando là noi sbarcheremo
gran coraggio avremo
nulla temeremo
gridando ancora - il turco muora,
donne noi siamo d’Italia
per colpir canaglia
il colpo non si sbaglia
viva l’italia - e Tripoli ancor.
Appena giunte - la nel Tripolino
il beduino - sorpreso è già,
non sa spiegare - come va quella faccenda,
in cor s’accenda - nel vederle poi sbarcar.
Tutte quelle pazzerelle
allegre, ardite e snelle
coraggiose e belle
sfilan davanti - a quei birbanti
e con passo militare
mettonsi a marciare
poi tosto a gridare:
vival’Italia - e Bengasi ancor.
Già sono entrate - nella bianca cittadina
quanto è carina - gridano allor,
ora ch’è nostra - non più il Turco padroneggia
qui la su reggia - pose fine l’Italian.
Se vorrà poi la turcaglia
rinnovar battaglia
certo che si sbaglia,
siamo Italiane - stirpe Romane
coraggiose nel cimento
sempre in quel momento
avremo il sopravvento,
viva l’Italia - e poi derna ancor.
Dopo in caserma - là davanti al comandante
e tutte quante - voglion parlar,
ma la Floriana - zitto, disse, una per volta
non sono stolta - non facciamo confusion.
Siamo donne militare
bando al chiacchierare,
farsi rispettare
è necessario - per l’avversario
dobbiamo dunque aver decoro
guadagnar l’alloro
e gridare in coro:
viva l’Italia - Ain-Zara ancor.