POVERA ANNITA
Anno: 1913
Gruppo:
Testo e musica: (Anonimo)Menu
Se tu la vuoi veder la bionda mia,
dorme sotto i cipressi al cimitero,
dalla stanzetta l’han portata via
ove lasciò di sé sacro mistero.
Povera bionda
mai più ti rivedrò
angelo del mio cuor,
angelo del mio cuor.
Quando ti dissi addio, povera Annita,
ti strinsi forte al seno e t’ho baciata,
ora sei morta t’hanno seppellita
fra gli angioli del ciel sarai volata.
Quel fiorellino
che donasti a me
anch’egli si appassiva,
quando moristi te.
Allor che scenderà bruna la sera
nella solenne quiete del creato,
mi vedranno in quell’ora di preghiera
sopra alla tomba tua inginocchiato.
Una ghirlanda,
de’ tuoi candidi fior,
al piè di quella croce
allora poserò.
Gentile come rosa allor sbocciata,
accarezzando il bacio mattutino,
nell’estasi d’amore addormentata,
io ti sognai più volte, angel divino.
Or vo intracciando
col rapido pensier
nelle mie lunghe veglie,
qui sogni lusingier.
Quando ti scrissi dai lidi africani
che presto ti tornavo abbracciare,
mi preser prigioniero gli scioani,
povera Annita non potei tornare;
A tale annunzio
il cuore tuo tremò
forse, povero Annita
moristi di dolor.
Come armonia di un’arpa nel mio cuore
melanconicamente sento ancora,
l’eco fatale d’un perduto amore,
eco che tristemente m’addolora,
L’anima mia
più pace non avrà
fino che eternamente
congiunta a te sarà.
dorme sotto i cipressi al cimitero,
dalla stanzetta l’han portata via
ove lasciò di sé sacro mistero.
Povera bionda
mai più ti rivedrò
angelo del mio cuor,
angelo del mio cuor.
Quando ti dissi addio, povera Annita,
ti strinsi forte al seno e t’ho baciata,
ora sei morta t’hanno seppellita
fra gli angioli del ciel sarai volata.
Quel fiorellino
che donasti a me
anch’egli si appassiva,
quando moristi te.
Allor che scenderà bruna la sera
nella solenne quiete del creato,
mi vedranno in quell’ora di preghiera
sopra alla tomba tua inginocchiato.
Una ghirlanda,
de’ tuoi candidi fior,
al piè di quella croce
allora poserò.
Gentile come rosa allor sbocciata,
accarezzando il bacio mattutino,
nell’estasi d’amore addormentata,
io ti sognai più volte, angel divino.
Or vo intracciando
col rapido pensier
nelle mie lunghe veglie,
qui sogni lusingier.
Quando ti scrissi dai lidi africani
che presto ti tornavo abbracciare,
mi preser prigioniero gli scioani,
povera Annita non potei tornare;
A tale annunzio
il cuore tuo tremò
forse, povero Annita
moristi di dolor.
Come armonia di un’arpa nel mio cuore
melanconicamente sento ancora,
l’eco fatale d’un perduto amore,
eco che tristemente m’addolora,
L’anima mia
più pace non avrà
fino che eternamente
congiunta a te sarà.
Note
Ovvero il ritorno di un prigioniero dalla Guerra d'Africa.Soggetto della canzonetta: Guerra italo-turca (29/09/1911 - 18/10/1912).