Canzoni

PER IL RE

Anno:

Gruppo:

Testo: Gabriele D'Annunzio

Salva il Re che, dimesso l'ermellino
e la porpora, come il fantaccino
renduto in panni bigi, (1)
sfanga nel fosso o va calzato d'uosa
cercando nella cruda alpe nevosa.
Dio vero, i tuoi prodigi. (2)

Salva il Re che partisce il pane scuro
col combattente e non isdegna il duro
macigno alla sua sosta
né pe' suoi brevi sonni strame o paglia
sospesi ai rossi orli della battaglia
che sotterra è nascosta.

Proteggi il Re del sollecito amore,
che in casta forza il tremante dolore
cangia con l'occhio fermo,
il Re che in fronte ha la ruvida ruga
e pur sì dolce esser può quando asciuga
la tempia dell'infermo.

Proteggi il Re della semplice vita (3)
chinato verso ogni bella ferita,
che è rosa del suo regno,
chinato verso il sorriso dei morti.
verso il sorriso immortale dei morti,
che è, l'alba del suo regno.

Note

Questo canto fu pubblicato durante la guerra e larga¬mente diffuso dal Comando Supremo fra i soldati.



Note:



(1)



Renduto in panni bigi: è questa una reminiscenza dantesca («Purgatorio», e. XX). Il Poeta l'usa qui per indicare che il Re Vittorio Emanuele III vestiva, in guerra, l'uniforme grigio-verde come l'ultimo dei fantaccini.



(2)



Nell'Alpi nevose il Re cercava lo spettacolo meraviglioso che vi -offre la selvaggia natura e più ancora la testimonianza quotidiana del valore umano.



(3)



E' un'altra reminiscenza dantesca (« Purgatorio », canto VII).