AMICI?!
Anno: 1935
Gruppo:
Testo e musica: Peppino MendesMenu
C’era una volta un popolo latino,
lavoratore, artista e contadino
che lavorava assai, giornate sane
per guadagnarsi l’onorato pane.
Gli amici ricchi, quelli su per giù
gli davano un sorriso e niente più.
Ma un giorno all’orizzonte si levò,
nera una nube e il mondo allor tremò
gridò una voce dal terrore invasa:
“aiuto amici, ho il nemico in casa!”
E quel richiamo al popolo arrivò
ognun soldato diventò,
il contandin lasciò la vanga in terra
prese il fucile e corse a far la guerra.
Finì la guerra, salvi ormai gli amici
si dividevan lieti i benefici:
questo per me, quest’altro pure a me
il resto a me, domani penso a te
e così dice chi se preso assai
promette sempre e non mantiene mai.
E il popolo d’artisti ritornò
alla sua terra e ancora lavorò
però era cresciuta la sua prole
cercava almeno un po’ di al sole
e quando un posticino domandò
ci fu chi gli rispose: “No!”
e così gli amici ricchi e ben voluti
ringrazian la memoria dei caduti.
Si vide allora il patto edificante
e il popola di Cesare gigante
quel popolo che Roma avea creato
quando qualcuno non era ancora nato,
fu premiato per le sue azioni
fu premiato, si, con le sanzioni!
E il popolo d’artisti non tremò
strinse la cinghia e avanti ancor marciò
guardando le amicizie ormai lontane
che gli volevan togliere perfino il pane
invano il vecchio mondo protestò
l’Italia, no, non si fermò
e avanti sempre per il suo destino
che a Roma c’è chi vide il suo cammino.
lavoratore, artista e contadino
che lavorava assai, giornate sane
per guadagnarsi l’onorato pane.
Gli amici ricchi, quelli su per giù
gli davano un sorriso e niente più.
Ma un giorno all’orizzonte si levò,
nera una nube e il mondo allor tremò
gridò una voce dal terrore invasa:
“aiuto amici, ho il nemico in casa!”
E quel richiamo al popolo arrivò
ognun soldato diventò,
il contandin lasciò la vanga in terra
prese il fucile e corse a far la guerra.
Finì la guerra, salvi ormai gli amici
si dividevan lieti i benefici:
questo per me, quest’altro pure a me
il resto a me, domani penso a te
e così dice chi se preso assai
promette sempre e non mantiene mai.
E il popolo d’artisti ritornò
alla sua terra e ancora lavorò
però era cresciuta la sua prole
cercava almeno un po’ di al sole
e quando un posticino domandò
ci fu chi gli rispose: “No!”
e così gli amici ricchi e ben voluti
ringrazian la memoria dei caduti.
Si vide allora il patto edificante
e il popola di Cesare gigante
quel popolo che Roma avea creato
quando qualcuno non era ancora nato,
fu premiato per le sue azioni
fu premiato, si, con le sanzioni!
E il popolo d’artisti non tremò
strinse la cinghia e avanti ancor marciò
guardando le amicizie ormai lontane
che gli volevan togliere perfino il pane
invano il vecchio mondo protestò
l’Italia, no, non si fermò
e avanti sempre per il suo destino
che a Roma c’è chi vide il suo cammino.