Canzoni

IL CONDOTTIERO

Anno: 1927

Gruppo:

Testo: Enrico Frati
Musica: Decio Pancaldi

Menu


L’Europa è nuovamente in convulsione
si picchiano fra il Greco e il Macedone
si sciopera ad Amburgo e in Inghilterra
ed i Polacchi son fra loro in guerra.
L’Italia invece calma e laboriosa
sa dare al mondo esempio di civismo
e mentre al polo giunge vittoriosa
inquadra i suoi artigiani del fascismo.

Siamo schiere di arditi
a nessuno asserviti
siam Legioni, di forti
che non tolleran torti.
Si sfoghin le pettegole
gazzette a malignare
il raglio più autorevole
sapremo soffocare.


Iddio della vittoria e della guerra
ha steso la sua mano su di noi
benedicendo questa nostra terra
che germogliò di martiri e di eroi.
E dove un giorno scese l’invasore
a dissetar le ingorde sue brigate
or sventola perenne il tricolore
e cantan le contrade liberate.

Siamo schiere di arditi
a nessuno asserviti
siam Legioni, di forti
che non tolleran torti.
Si sfoghin le pettegole
gazzette a malignare
il raglio più autorevole
sapremo soffocare.


Dalla Romagna, generosa e forte
è nato il nostro grande condottiero
che per due volte beffeggiò la morte
facendo ognor stupire il mondo intero.
Ed oggi per virtù del nostro Duce
l’Italia al giusto posto riconduce.
Se questo suol di canti e di tenzoni
più non sopporta affronti e umiliazioni

Siamo schiere di arditi
a nessuno asserviti
siam Legioni, di forti
che non tolleran torti.
Si sfoghin le pettegole
gazzette a malignare
il raglio più autorevole
sapremo soffocare.

Note

La canzone degli suqdristi.