E' FINITO IL TEMPO CHE FU
Anno: 1935
Gruppo:
Testo: Bixio CherubiniMusica: P. G. Redi
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Nei bei tempi lontani,
mi diceva la nonna,
le fanciulle d’allor
per celare il pudor
allungavan la gonna.
Or le vedi in che stato,
coi calzoni e gli sci,
se nel buio hai peccato
non sai se hai baciato Gastone o Fannì.
È finito il bel tempo che fu…
Per baciare la donna del cuore
con la scala salivi lassù,
ora lei vien da te in ascensore
se le chiedi chi brami di più
ti dirà: “La passione e il mio amore
è Menjou, Chevalier e poi tu!”.
È finito il bel tempo che fu…
C’era il tram a cavalli,
non correva veloce,
ma il pedone, si sa,
passeggiava in città
senza farsi la croce.
Gli spettacoli gialli
non turbavan il cuor
ed aveva la Galli
dagli occhi a cristalli
vent’anni anche allor.
È finito il bel tempo che fu…
Lo scolaro studiava a nottate,
la grammatica ormai non sa più
ma sa far le parole incrociate;
se il maestro lo interroga:
“Tu, dimmi un nome che ha tutta una storia.”.
“Girardengo, Meazza e poi più…”.
È finito il bel tempo che fu…
Era allora l’Italia
il paese del sole.
Disse qualche stranier:
“È un paese guerrier
ma soltanto a parole!”.
Quando il loro bottino
con la mano sfiorò
il “fratello” latino
e l’inglese “lordino”
risposero: “No!”.
È finito il bel tempo che fu,
quando ognun le dicea: “Ti punisco!”.
E l’Italia, col capo all’ingiù,
rispondeva in ginocchio: “Obbedisco!”.
Ora è in piedi che marcia laggiù,
ride in faccia ai padroni del mondo,
sanzionisti, “fratelli” ai Zulù…
È finito il bel tempo che fu!
Ma se un giorno vicino o lontano
qualche “amico” tornasse quaggiù
e dicesse: “Vuoi darmi una mano?”,
una sola risposta darà
questa Italia tradita ma fiera:
“T’ho servito una volta, mai più!”.
È finito il bel tempo che fu!
mi diceva la nonna,
le fanciulle d’allor
per celare il pudor
allungavan la gonna.
Or le vedi in che stato,
coi calzoni e gli sci,
se nel buio hai peccato
non sai se hai baciato Gastone o Fannì.
È finito il bel tempo che fu…
Per baciare la donna del cuore
con la scala salivi lassù,
ora lei vien da te in ascensore
se le chiedi chi brami di più
ti dirà: “La passione e il mio amore
è Menjou, Chevalier e poi tu!”.
È finito il bel tempo che fu…
C’era il tram a cavalli,
non correva veloce,
ma il pedone, si sa,
passeggiava in città
senza farsi la croce.
Gli spettacoli gialli
non turbavan il cuor
ed aveva la Galli
dagli occhi a cristalli
vent’anni anche allor.
È finito il bel tempo che fu…
Lo scolaro studiava a nottate,
la grammatica ormai non sa più
ma sa far le parole incrociate;
se il maestro lo interroga:
“Tu, dimmi un nome che ha tutta una storia.”.
“Girardengo, Meazza e poi più…”.
È finito il bel tempo che fu…
Era allora l’Italia
il paese del sole.
Disse qualche stranier:
“È un paese guerrier
ma soltanto a parole!”.
Quando il loro bottino
con la mano sfiorò
il “fratello” latino
e l’inglese “lordino”
risposero: “No!”.
È finito il bel tempo che fu,
quando ognun le dicea: “Ti punisco!”.
E l’Italia, col capo all’ingiù,
rispondeva in ginocchio: “Obbedisco!”.
Ora è in piedi che marcia laggiù,
ride in faccia ai padroni del mondo,
sanzionisti, “fratelli” ai Zulù…
È finito il bel tempo che fu!
Ma se un giorno vicino o lontano
qualche “amico” tornasse quaggiù
e dicesse: “Vuoi darmi una mano?”,
una sola risposta darà
questa Italia tradita ma fiera:
“T’ho servito una volta, mai più!”.
È finito il bel tempo che fu!