LA CANZONE DELL’OPERAIO
Anno:
Gruppo:
Testo: Virginia AttanasioMusica: Attilio Staffelli
Menu
Al suon della campana mattutina
si sveglia il sole con i raggi d’or,
m affretto per andare all’officina,
luce di vita, fonte di lavor!
I miei Balilla dormono
ed il mio cuor fra di loro rimane,
sono tranquillo d’animo:
nella casetta mia non manca il pane!
E per la strada canto
questo stornello che mi è caro tanto:
fior d’ogni fiore,
Patria e famiglia sono il nostro amore,
mastro Benito ci ha forgiato il cuore!
L’opera ferve attenta e poderosa,
il maglio batte ed arde la fornace,
il braccio ch’è d’acciaro non riposa,
produce per la guerra e per la pace!
E veglia un grande artefice,
nella fucina d’ogni nostra gente,
per rendere l’Italia
sempre più grande, sempre più potente!
Ed io lavoro e canto
questo stornello che mi è caro tanto:
fior da gradire,
il Duce ha detto: credere, obbedire,
combattere per vincere o morire!
E passa il giorno e torno a casa mia,
fiero e contento quasi a prima sera,
al dolce suono dell’Ave Maria
io benedico la camicia nera!
I miei Balilla aspettano,
con essi sol la madre, il mio tsoro,
vicino a me si stringono,
mi baciano le mani del lavoro!
Ed orgoglioso canto
questo stornello che mi è caro tanto:
/: fior di mughetto,
noi tirerem diritto, è tutto detto,
per ogni vanga e libro c’è un moschetto! :/
A noi!
si sveglia il sole con i raggi d’or,
m affretto per andare all’officina,
luce di vita, fonte di lavor!
I miei Balilla dormono
ed il mio cuor fra di loro rimane,
sono tranquillo d’animo:
nella casetta mia non manca il pane!
E per la strada canto
questo stornello che mi è caro tanto:
fior d’ogni fiore,
Patria e famiglia sono il nostro amore,
mastro Benito ci ha forgiato il cuore!
L’opera ferve attenta e poderosa,
il maglio batte ed arde la fornace,
il braccio ch’è d’acciaro non riposa,
produce per la guerra e per la pace!
E veglia un grande artefice,
nella fucina d’ogni nostra gente,
per rendere l’Italia
sempre più grande, sempre più potente!
Ed io lavoro e canto
questo stornello che mi è caro tanto:
fior da gradire,
il Duce ha detto: credere, obbedire,
combattere per vincere o morire!
E passa il giorno e torno a casa mia,
fiero e contento quasi a prima sera,
al dolce suono dell’Ave Maria
io benedico la camicia nera!
I miei Balilla aspettano,
con essi sol la madre, il mio tsoro,
vicino a me si stringono,
mi baciano le mani del lavoro!
Ed orgoglioso canto
questo stornello che mi è caro tanto:
/: fior di mughetto,
noi tirerem diritto, è tutto detto,
per ogni vanga e libro c’è un moschetto! :/
A noi!