Proclama della Marcia su Roma (27 ottobre 1922)
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Fascisti di tutta Italia! L'ora della battaglia decisiva č suonata. Quattro anni fa, l'esercito nazionale scatenō di questi giorni la suprema offensiva che lo condusse alla vittoria: oggi, l'esercito delle camicie nere riafferma la vittoria mutilata e puntando disperatamente su Roma la riconduce alla gloria del Campidoglio. Da oggi principe e triari sono mobilitati. La legge marziale del fascismo entra in pieno vigore. Dietro ordine del Duce i poteri militari, politici e amministrativi della direzione del partito vengono riassunti da un quadrumvirato segreto d'azione, con mandato dittatoriale. L'esercito, riserva e salvaguardia suprema della nazione, non deve partecipare alla lotta, il fascismo rinnova la sua altissima ammirazione all'esercito di Vittorio Veneto. Nč contro gli agenti della forza pubblica marcia il fascismo, ma contro una classe politica di imbelli e di deficienti che da quattro anni non ha saputo dare un governo alla nazione. Le classi che compongono la borghesia produttrice sappiano che il fascismo vuole imporre una disciplina sola alla nazione e aiutare tutte le forze che ne aumentino l'espansione economica ed il benessere. Le genti del lavoro, quelle dei campi e delle officine, quelle dei trasporti e dell'impiego, nulla hanno da temere dal potere fascista. Saremo generosi con gli avversari inermi; saremo inesorabili con gli altri. Il fascismo snuda la sua spada lucente per tagliare i troppi nodi di Gordio che irretiscono e intristiscono la vita italiana. Chiamiamo Iddio sommo e lo spirito dei nostri cinquecentomila morti a testimoni che un solo impulso ci spinge, una sola volontā ci accoglie, una passione sola c'infiamma: contribuire alla salvezza ed alla grandezza della patria. Fascisti di tutta Italia! Tendete romanamente gli spiriti e le forze. Bisogna vincere. Vinceremo! Viva l'Italia! Viva il fascismo!