BATTAGLIONE LUPO
Anno: 1943
Gruppo:
Testo: A. CoriniMusica: Francesco Pellegrini
Menu
Otto settembre: dalle occhiaie vuote
piangono i morti per l’Italia bella:
e un vento di viltà le croci scuote
e in ciel si spegne fin l’ultima stella.
Ma un grido vien dal mar: “Decima, a noi!”
e dall’onde, dal pian, da colli e monti
sorge chi crede ne’ suoi morti eroi,
chi vuol che il sol di Roma non tramonti.
O Battaglione “Lupo”, o battaglione
che fuoco e fango, freddo e solleone
han reso più selvaggio del tuo nome,
la Morte bacia in fronte l’ardimento
con bocca fresca come acqua sorgiva:
raccogli tu quel bacio sopra il vento:
“Perché l’Italia viva!”
“Perché l’Italia viva!”
C’è un tumulo ancor fresco che ci aspetta
là sopra i verdi colli, in Monferrato;
ma l’odio ha per sorella la vendetta:
lo scotto a ferro freddo fu pagato.
Campagne di Toscana lungo il mare,
colline d’Alba, Valle dello Stura:
dovunque il “Lupo” edificò un altare
tinto di sangue nell’offerta pura.
O Battaglione “Lupo”, o battaglione
che fuoco e fango, freddo e solleone
han reso più selvaggio del tuo nome,
la Morte bacia in fronte l’ardimento
con bocca fresca come acqua sorgiva:
raccogli tu quel bacio sopra il vento:
“Perché l’Italia viva!”
“Perché l’Italia viva!”
E la Romagna è illuminata a festa
dalla battaglia: e in piedi è Gianni Erdini
che, cieco, ancora spara, ancor tempesta
e nel buio sorride a Mussolini.
Muore Cardillo e si dissolve in mito;
cade Lualdi e il Senio è consacrato:
ma, sull’ara di Cesare scolpito,
la Morte non cancella il nostro fato.
O Battaglione “Lupo”, o battaglione
che fuoco e fango, freddo e solleone
han reso più selvaggio del tuo nome,
la Morte bacia in fronte l’ardimento
con bocca fresca come acqua sorgiva:
raccogli tu quel bacio sopra il vento:
“Perché l’Italia viva!”
“Perché l’Italia viva!”
piangono i morti per l’Italia bella:
e un vento di viltà le croci scuote
e in ciel si spegne fin l’ultima stella.
Ma un grido vien dal mar: “Decima, a noi!”
e dall’onde, dal pian, da colli e monti
sorge chi crede ne’ suoi morti eroi,
chi vuol che il sol di Roma non tramonti.
O Battaglione “Lupo”, o battaglione
che fuoco e fango, freddo e solleone
han reso più selvaggio del tuo nome,
la Morte bacia in fronte l’ardimento
con bocca fresca come acqua sorgiva:
raccogli tu quel bacio sopra il vento:
“Perché l’Italia viva!”
“Perché l’Italia viva!”
C’è un tumulo ancor fresco che ci aspetta
là sopra i verdi colli, in Monferrato;
ma l’odio ha per sorella la vendetta:
lo scotto a ferro freddo fu pagato.
Campagne di Toscana lungo il mare,
colline d’Alba, Valle dello Stura:
dovunque il “Lupo” edificò un altare
tinto di sangue nell’offerta pura.
O Battaglione “Lupo”, o battaglione
che fuoco e fango, freddo e solleone
han reso più selvaggio del tuo nome,
la Morte bacia in fronte l’ardimento
con bocca fresca come acqua sorgiva:
raccogli tu quel bacio sopra il vento:
“Perché l’Italia viva!”
“Perché l’Italia viva!”
E la Romagna è illuminata a festa
dalla battaglia: e in piedi è Gianni Erdini
che, cieco, ancora spara, ancor tempesta
e nel buio sorride a Mussolini.
Muore Cardillo e si dissolve in mito;
cade Lualdi e il Senio è consacrato:
ma, sull’ara di Cesare scolpito,
la Morte non cancella il nostro fato.
O Battaglione “Lupo”, o battaglione
che fuoco e fango, freddo e solleone
han reso più selvaggio del tuo nome,
la Morte bacia in fronte l’ardimento
con bocca fresca come acqua sorgiva:
raccogli tu quel bacio sopra il vento:
“Perché l’Italia viva!”
“Perché l’Italia viva!”