LA CASTELLANA E 'L TROVATOR
Anno:
Gruppo:
Testo: Alberto TognoliMusica: Domenico Varetto
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Nella notte silenziosa
Quando quieta ogni rumor,
Nel castello di Formosa
S'ode l'eco d'un dolor.
Son due ombre innamorate
Che si bacian, che son fior
Dal lor stelo un di strappate,
Morte entrambe per l'amor.
Nel castello turrito e severo
Dell'amor si compiva il mistero
Alla vita strappava due f́or
La potenza di triste signor.
La Giselda amava il Nello,
Baldo e franco trovator,
Il cui canto arcano e bello
Le scendeva in fondo al cuor.
Ma terribil senza posa
a suprema volontà
Del marchese di Formosa
Lor negava ogni pietà.
Nel castello turrito e severo
Dell'amor si compiva il mistero
Alla vita strappava due f́or
La potenza di triste signor.
La Giselda, oh l'infelice !
In un chiostro si serṛ,
Il suo amor più non le dice
I bei giorni che pasṣ.
Il suo Nello vest́ maglia,
Strinse lancia e se ne anḍ
Là sui campi di battaglia
Ove morte ricerc̣.
Nel castello turrito e severo
Dell'amor si compiva il mistero
Alla vita strappava due f́or
La potenza di triste signor.
Dal convento fu mandata
Su quei campi del dolor
La Giselda innamorata,
Sposa e figlia del Signor.
Ma un d́ fra quei morenti
Che gemean colpiti al suol,
Riconobbe fra i pazienti
Il suo Nello immerso in duol.
Nel castello turrito e severo
Dell'amor si compiva il mistero
Alla vita strappava due f́or
La potenza di triste signor.
Dal dolore impallidita
Sulle labbra lo bacị ;
Egli volse alla sfinita
Sguardo estremo e poi spiṛ !
La Giselda strinse al seno
Quella salma del martir,
La ragione perse appieno,
'Ne fiń per impazzir !
Nel modesto lontan imiteṛ,
Sotto il velo d'amor e mistero,
Fur sepolti quei poveri cuoi
Lacerati da triste signor.
Quando quieta ogni rumor,
Nel castello di Formosa
S'ode l'eco d'un dolor.
Son due ombre innamorate
Che si bacian, che son fior
Dal lor stelo un di strappate,
Morte entrambe per l'amor.
Nel castello turrito e severo
Dell'amor si compiva il mistero
Alla vita strappava due f́or
La potenza di triste signor.
La Giselda amava il Nello,
Baldo e franco trovator,
Il cui canto arcano e bello
Le scendeva in fondo al cuor.
Ma terribil senza posa
a suprema volontà
Del marchese di Formosa
Lor negava ogni pietà.
Nel castello turrito e severo
Dell'amor si compiva il mistero
Alla vita strappava due f́or
La potenza di triste signor.
La Giselda, oh l'infelice !
In un chiostro si serṛ,
Il suo amor più non le dice
I bei giorni che pasṣ.
Il suo Nello vest́ maglia,
Strinse lancia e se ne anḍ
Là sui campi di battaglia
Ove morte ricerc̣.
Nel castello turrito e severo
Dell'amor si compiva il mistero
Alla vita strappava due f́or
La potenza di triste signor.
Dal convento fu mandata
Su quei campi del dolor
La Giselda innamorata,
Sposa e figlia del Signor.
Ma un d́ fra quei morenti
Che gemean colpiti al suol,
Riconobbe fra i pazienti
Il suo Nello immerso in duol.
Nel castello turrito e severo
Dell'amor si compiva il mistero
Alla vita strappava due f́or
La potenza di triste signor.
Dal dolore impallidita
Sulle labbra lo bacị ;
Egli volse alla sfinita
Sguardo estremo e poi spiṛ !
La Giselda strinse al seno
Quella salma del martir,
La ragione perse appieno,
'Ne fiń per impazzir !
Nel modesto lontan imiteṛ,
Sotto il velo d'amor e mistero,
Fur sepolti quei poveri cuoi
Lacerati da triste signor.