INNO DEI LAVORATORI FASCISTI (Beretta)
Anno: 1927
Gruppo:
Testo: Mario BerettaMusica: Antonio Triventi
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Fra cinghie e volanti,
rumor di catene ;
fra macchine ansanti,
fischiar di sirene ;
nel ritmico moto
stridente, serrato
di tutto il creato
nel libero ardor;
la Voce del canto
riscossa sarà :
« col DUCE e pel DUCE
eja, eja, alala! ».
Per noi, che l'ingrata
materia più grezza
vien tosto plasmata
d'un lampo si spezza ;
per noi, che nei polsi
stringiamo gli acciari,
coi dorsi e le nari
che fumano ognor;
sui Venti gagliardo
lanciato sarà
quel canto di gloria
per ogni città.
Non più sfruttatori !
Non più chi ha rubato
dei nostri sudori
il pane bagnato ;
chi Volle nel sangue
l'amor soffocato
e che calpestato
ne fosse l'onor;
o chi di un domani
- che il sol non vedrà -
promesso ha l'inganno
con arte e viltà!
Di stolte promesse
fu Vana l'attesa;
sol l'odio sorresse
la nostra contesa.
Spezziam le catene
del nostro servaggio:
al Duce, all'Uom saggio
leviamo la man.
Su chi, queste masse
tradire oserà
la nostra Vendetta
tremenda cadrà.
La fede giuriamo
nei sacri destini,
d'Italia vogliamo
sicuri i confini.
L'ardente passione
nel puro ideale già
brilla immortale e
inneggia al laVor.
SIAM FORTI, SIAM BALDI,
SIAM FIGLI D'EROI ;
FASCISTI D'ITALIA
L'ITALIA È CON NOI!
rumor di catene ;
fra macchine ansanti,
fischiar di sirene ;
nel ritmico moto
stridente, serrato
di tutto il creato
nel libero ardor;
la Voce del canto
riscossa sarà :
« col DUCE e pel DUCE
eja, eja, alala! ».
Per noi, che l'ingrata
materia più grezza
vien tosto plasmata
d'un lampo si spezza ;
per noi, che nei polsi
stringiamo gli acciari,
coi dorsi e le nari
che fumano ognor;
sui Venti gagliardo
lanciato sarà
quel canto di gloria
per ogni città.
Non più sfruttatori !
Non più chi ha rubato
dei nostri sudori
il pane bagnato ;
chi Volle nel sangue
l'amor soffocato
e che calpestato
ne fosse l'onor;
o chi di un domani
- che il sol non vedrà -
promesso ha l'inganno
con arte e viltà!
Di stolte promesse
fu Vana l'attesa;
sol l'odio sorresse
la nostra contesa.
Spezziam le catene
del nostro servaggio:
al Duce, all'Uom saggio
leviamo la man.
Su chi, queste masse
tradire oserà
la nostra Vendetta
tremenda cadrà.
La fede giuriamo
nei sacri destini,
d'Italia vogliamo
sicuri i confini.
L'ardente passione
nel puro ideale già
brilla immortale e
inneggia al laVor.
SIAM FORTI, SIAM BALDI,
SIAM FIGLI D'EROI ;
FASCISTI D'ITALIA
L'ITALIA È CON NOI!