INNO DEI MUTILATI DI GUERRA (Valente)
Anno: 1952
Gruppo:
Testo: Antonio ValenteMusica: Carlo Donida-Labati
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Di nostra madre terra
siam figli doloranti,
siam come steli infranti
dal turbine di guerra.
Già vicini alla morte,
redivivi alla vita,
sappiamo l'infinita
miseria della sorte.
Ma chi sussulta ancora,
oh tricolore al vento,
chi con lo sguardo spento
s'irradia di aurora?
E sognamo ridenti
plaghe candide in festa,
benefica, ridesta
la pace tra le genti.
Noi dell'Italia al duolo
non tratteniamo il pianto,
sempre c'inebria il canto
del dolce patrio suolo.
Se portiamo profonda
la ferita, un dolore
rattrista ancor più il cuore:
l'oblìo che la circonda.
Cenere siamo lene
e pur semente siamo;
noi che soffrimmo amiamo
la luce da noi viene.
Di fecondo patire,
senza macchia nè velo,
serena iride in cielo
sorridi all'avvenire! .
siam figli doloranti,
siam come steli infranti
dal turbine di guerra.
Già vicini alla morte,
redivivi alla vita,
sappiamo l'infinita
miseria della sorte.
Ma chi sussulta ancora,
oh tricolore al vento,
chi con lo sguardo spento
s'irradia di aurora?
E sognamo ridenti
plaghe candide in festa,
benefica, ridesta
la pace tra le genti.
Noi dell'Italia al duolo
non tratteniamo il pianto,
sempre c'inebria il canto
del dolce patrio suolo.
Se portiamo profonda
la ferita, un dolore
rattrista ancor più il cuore:
l'oblìo che la circonda.
Cenere siamo lene
e pur semente siamo;
noi che soffrimmo amiamo
la luce da noi viene.
Di fecondo patire,
senza macchia nè velo,
serena iride in cielo
sorridi all'avvenire! .