INNO D'ADUA
Anno: 1936
Gruppo:
Testo: Elvira Palazzolo ScaglioneMusica: Gaetano Croce
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Ombre d'Adua togliete il corruccio,
Le legioni di Roma son pronte,
Parte pur la "Francesco Ferruccio"
Che di prodi animosi è la fonte.
Tutta Italia è già in piedi fremente
E domanda vendetta per voi,
E già marcia un'armata potente
Di soldati provati e d'eroi.
È l'Italia Fascista che marcia
Con i fasci littori alla testa,
L'orizzonte di nebbia essa squarcia
Ed annunzia che già s'è ridesta.
I suoi figli son prodi, son forti,
Pronti a ardire a soffrire ad osare.
Essa più non è terra di morti,
Ma di vivi che voglion pugnare.
La parola squillante del Duce
Desta i cuori all'impresa e le menti
Volontari a migliaia produce
Pronti a tutto, purchè tra le genti
D'Abissinia selvaggia e feroce,
Trionfi rapido e forte il diritto
he Gesù ci donò sulla croce
E che Roma porto sempre invitto.
È l'Italia Fascista che marcia
Con i fasci littori alla testa,
L'orizzonte di nebbia essa squarcia
Ed annunzia che già s'è ridesta.
I suoi figli son prodi, son forti,
Pronti a ardire a soffrire ad osare.
Essa più non è terra di morti,
Ma di vivi che voglion pugnare.
Più non copra una terra d'ingordi
Di Galliano e Toselli le spoglie,
Ma sui luoghi dai sacri ricordi,
Sian corone di fiori e di foglie.
Sappia ognun che l'opporsi è fatale
Alle mete che Dio ci segnò
Sotto i segni di Roma immortale
Che il diritto alle genti insegnò.
È l'Italia Fascista che marcia
Con i fasci littori alla testa,
L'orizzonte di nebbia essa squarcia
Ed annunzia che già s'è ridesta.
I suoi figli son prodi, son forti,
Pronti a ardire a soffrire ad osare.
Essa più non è terra di morti,
Ma di vivi che voglion pugnare.
Le legioni di Roma son pronte,
Parte pur la "Francesco Ferruccio"
Che di prodi animosi è la fonte.
Tutta Italia è già in piedi fremente
E domanda vendetta per voi,
E già marcia un'armata potente
Di soldati provati e d'eroi.
È l'Italia Fascista che marcia
Con i fasci littori alla testa,
L'orizzonte di nebbia essa squarcia
Ed annunzia che già s'è ridesta.
I suoi figli son prodi, son forti,
Pronti a ardire a soffrire ad osare.
Essa più non è terra di morti,
Ma di vivi che voglion pugnare.
La parola squillante del Duce
Desta i cuori all'impresa e le menti
Volontari a migliaia produce
Pronti a tutto, purchè tra le genti
D'Abissinia selvaggia e feroce,
Trionfi rapido e forte il diritto
he Gesù ci donò sulla croce
E che Roma porto sempre invitto.
È l'Italia Fascista che marcia
Con i fasci littori alla testa,
L'orizzonte di nebbia essa squarcia
Ed annunzia che già s'è ridesta.
I suoi figli son prodi, son forti,
Pronti a ardire a soffrire ad osare.
Essa più non è terra di morti,
Ma di vivi che voglion pugnare.
Più non copra una terra d'ingordi
Di Galliano e Toselli le spoglie,
Ma sui luoghi dai sacri ricordi,
Sian corone di fiori e di foglie.
Sappia ognun che l'opporsi è fatale
Alle mete che Dio ci segnò
Sotto i segni di Roma immortale
Che il diritto alle genti insegnò.
È l'Italia Fascista che marcia
Con i fasci littori alla testa,
L'orizzonte di nebbia essa squarcia
Ed annunzia che già s'è ridesta.
I suoi figli son prodi, son forti,
Pronti a ardire a soffrire ad osare.
Essa più non è terra di morti,
Ma di vivi che voglion pugnare.