Canzoni

IL CONFLITTO ITALO-TURCO

Anno: 1912

Gruppo:

Testo e musica: Attilio Biagi

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Il tuo giusto preludio o Musa sento
Che m'inviti a cantare con fervore
Ti seguirò... tu spirami il talento
Parlerò dell'Italia il gran valore
Questo gioioso e splendido argomento
Che spinge a simpatia il più duro cuore
Per un popol civile e pien di scienza
Contro bruta e malvagia prepotenza.

Ma di Turchia la guerriera potenza
Che a suo tempo è stata la più vasta
Le nostre armi hanno fatto resistenza
Gli hanno fatto sentir con chi contrasta,
Sono pronti in'ispiaggia alla partenza
Se le navi sul mare con si guasta
Giunto sarà il comando per partire
Tutti compatti dovranno eseguire.

O gente avrete inteso tutti dire
Di Turchia affondò molte persone
Vittime e spese da fare stordire
E persi molti pezzi di cannone.
E sette navi se ne andò a perire
Distrutte in mare ; vitto, e munizione
Lo scontro nel Mar Rosso fu assai duro
E dimolte persone perser sicuro.

Gli arabi trovandosi allo scuro
Ricoperti dall'acqua a cavalloni
E a migliaia profondato van
Giù tra i pesci andaron in perdizioni
Ma dall'ora ogni forto era sicuro
Con mitraglia, granate e munizioni
E la costa del mare era assediata
E più d'una bandiera era spiegata.

In questa memorabile giornata
Nel mese di gennaio di quest'anno
Che non sarà mai più dimenticata
La battaglia tremenda lo sapranno
L'Italia con vittoria festeggiata
E là con i nostri le bandiere vanno
Sull'Arabia formano il quadrato
E pei nemici transito serrato

E da tutti i soldati contornato
E lo splendor lunare ora il lume
Dell'acqua il rito del suo apostolato
Del capitan Cerrina il suo costume
Un cannone a mitraglia fu sparato
Le sette navi se n'andò in''frantume
Quanti turchi affondò altri feriti
E chi nuotava mezzi tramortiti.

I beduini tutti'impauriti
Lor dalla riva stavano lontano
In poco tempo furono spariti
Nel sentire il cannone Italiano
Si erano i battaglioni riuniti
Contro il Turco feroce e disumano
Evviva ! gridando e via contenti ,
Per dare a quei nemici schiarimenti.

L'esercito che stava sugli attenti
Al comando del fiorentino capitano
E lontane dal Mar Rosso metri venti
Per far fuoco a qualunque mussulmano
Una scarica sopra a quelle genti
Partiron le palle con ardore strano
a dimolti restarono atterrati
E altrettanti feriti son restati.

Le grida di quei turchi in tutti i lati
Se gli spregi non facevi da propotenti
Non restavi dal fuovo trucidati
Là nel mare feriti e dilanguenti
Il sangue che scorreva in tutti i lati
Bagna le arene e forma dei torrenti
Scorre lestamente fino al mare
E chiude questo giorno sepolcrale.

Gli officiali turchi a ricercare
Per le trincee e per le vie ridotte
Arabi e turchi per chiamare
Chi sarà in preda della morte
Di quella gentaccia che dovrà restare
Senza conforti di nessuna sorte
I nemici gridavano vendetta
Se gli spregi farà da noi l'aspetta.

A compiangere vengo o giovinetta
Spergiura chi t'uccise il fidandato
In quel fiore di vita più diletta
Con amore sincero avevi amato
Che sarà d'una sposa poveretta
Sente dire che il marito gli anno straziato
Si vorrebbe con i mori vendicare
Non gli è concesso a lei poter andare.

Se vengo seriamente a contemplare
Quest'invernata di malinconia
Mi sento il cervello barcullare
E perdo il filo della poesia
Martiri illustri voglio consacrare
E vive il mio serto benché piccolo sia
E vile chiamerò chi ha comandato
Gli strazi contro il popolo scienziato.

Signori questo è dunque il resultato
Forse l'avranno letto nel giornale
Canti su questa gloria hanno trattato
Per le città e Roma capitale
Credo un soldo non sarà rubato
Chi legge questa storia o bene o male
Chi l'ha composta lo perdonerete
Io sono Attilio Biagi ben sapete.

Note

Composizione in Ottava Rima