INNO AI FRATELLI D'AFRICA
Anno: 1911
Gruppo:
Testo: Tito ZanardelliMusica: Filippo Codivilla
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Raccolti in un grido e da una bandiera,
infine si compion le italiche sorti!
Finita è l'Italia dei fiacchi e dei morti,
risorge di nuovo l’Italia guerriera.
Iddio e la Natura ci dièr per confini,
coll'Alpi in difesa, due deboli mari;
ebbene, impediamo ì nostri avversari
che all'onda tirrena sian troppo vicini.
All' armi, fratelli!
Sull’africo suolo
un nobile stuolo
per noi vince e muor!
Le vigili scolte, sui libici lidi,
difendon l'onore del nostro paese;
antiche o recenti, riparan le offese
di aperti nemici o amici malfidi.
Attaccano un sozzo mercato di schiavi,
i fumi disperdono di nera barbarie,
e, in mezzo alla ridda di turbe contrarie,
discendon gloriosi di sopra le navi.
All' armi, fratelli!
Sull’africo suolo
un nobile stuolo
per noi vince e muor!
Volgiamo gli occhi, col cuore commosso,
ai baldi soldati in Africa accorsi;
laudiamo un saluto, mandiamo soccorsi
ad ogni guerriero dai Turchi percosso.
È nobile e santo l'amor delle genti,
ma santo è pur quello del luogo natio,
e chi pone questo per l’altro in oblio
prepone alla madre lontani parenti.
All' armi, fratelli!
Sull’africo suolo
un nobile stuolo
per noi vince e muor!
infine si compion le italiche sorti!
Finita è l'Italia dei fiacchi e dei morti,
risorge di nuovo l’Italia guerriera.
Iddio e la Natura ci dièr per confini,
coll'Alpi in difesa, due deboli mari;
ebbene, impediamo ì nostri avversari
che all'onda tirrena sian troppo vicini.
All' armi, fratelli!
Sull’africo suolo
un nobile stuolo
per noi vince e muor!
Le vigili scolte, sui libici lidi,
difendon l'onore del nostro paese;
antiche o recenti, riparan le offese
di aperti nemici o amici malfidi.
Attaccano un sozzo mercato di schiavi,
i fumi disperdono di nera barbarie,
e, in mezzo alla ridda di turbe contrarie,
discendon gloriosi di sopra le navi.
All' armi, fratelli!
Sull’africo suolo
un nobile stuolo
per noi vince e muor!
Volgiamo gli occhi, col cuore commosso,
ai baldi soldati in Africa accorsi;
laudiamo un saluto, mandiamo soccorsi
ad ogni guerriero dai Turchi percosso.
È nobile e santo l'amor delle genti,
ma santo è pur quello del luogo natio,
e chi pone questo per l’altro in oblio
prepone alla madre lontani parenti.
All' armi, fratelli!
Sull’africo suolo
un nobile stuolo
per noi vince e muor!