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La Colonia del mistero

Da colonia per bambini a mattatoio e colonia degli orrori a colonia del mistero. Ci sarebbe da chiedersi cosa c’entri il mistero con i tragici avvenimenti che hanno segnato la Colonia durante l’occupazione partigiana tra il 1944 e il 1945, visto che di misterioso non c’è nulla se non il numero effettivo delle persone ivi trucidate. Ricordiamo che se le stime ufficiali parlano di 160 corpi ritrovati, una nota d’epoca della Prefettura di Genova parlava di 600 morti.

Ma si sa che i posti che sono stati teatro di tragici eventi, specialmente se in abbandono, si velano ben presto di un alone sinistro e misterioso e nella fattispecie, il fatto che nei boschi circostanti la colonia siano sepolte un numero imprecisato di vittime, purtroppo destinate all’oblio, ha fatto si che si creasse una nomea di luogo di fantasmi, più volte oggetto di studi e di indagini da parte dei ricercatori dell’occulto e del paranormale.

Vero, falso, realtà, fantasia, suggestione, non sta a noi giudicarlo, non ne abbiamo le competenze e ne vogliamo farlo. Noi ci limitiamo a raccogliere notizie e documenti su quanto avvenuto nella colonia in quei terribili giorni di guerra fratricida e di analizzare un po’ tutto quanto la riguarda, anche le cose un po’ più particolari.

Se fosse un fenomeno solo limitato ai filmati di questi indagatori del paranormale (che si possono reperire su youtube) la questione rimarrebbe limitata a una noticina tra le righe, una curiosità. Il fatto però che questo aspetto sia stato portato alla ribalta dal servizio di una puntata della trasmissione televisiva “Mistero” (andata in onda su Italia uno il 27 marzo 2014) – portando peraltro all’attenzione del grande pubblico un evento ormai dimenticato – fa si che non possiamo ignorare la cosa e, per una completezza d’informazioni, non possiamo esimerci dal registrare anche l’aspetto “misterioso”.

Proponiamo quindi in questa pagina lo spezzone della trasmissione Mistero che è stato dedicato alla Colonia di Rovegno.

I FANTASMI DELL’EX COLONIA DELL’ORRORE – MISTERO DEL 27 MARZO 2014


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Inaugurazione della lapide commemorativa – 1994

Rare immagini dell’inaugurazione della prima lapide posta, nel 1994 a cura dell’Associazione Nazionale Famiglie Caduti e Dispersi R.S.I., l’Unione Combattenti R.S.I. e l’Associazione Amici di Fra Ginepro,  a perenne ricordo di quando avvenne nel periodo 1944/1945 quando la struttura divenne la Colonia degli orrori.

Posta sul lato destro dell’ingresso dell’edificio la lapide venne distrutta dopo alcuni anni. Nel 2000, grazie all’intervento del gruppo consiliare di Alleanza Nazionale, la Provincia di genova si fece carico delle spese per la posa di una nuova lapide. La seconda lapide verrà nuovamente distrutta nei tardi anni ’10 del 2000 e ricollocata per la terza volta il 12 giugno 2016 grazie all’Associazione Nazionale Famiglie Caduti e Dispersi della RSI che si è attivata al reperimento dei fondi necessari con una sottoscrizione.



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Inaugurazione della terza lapide commemorativa – 12-06-2016

La Lapide commemorativa fu posta per la prima volta, nel 1994, sul lato destro dell’ingresso della colonia nella seconda metà degli anni ’90, a perenne ricordo di quando avvenne nel periodo 1944/1945 quando la struttura divenne la Colonia degli orrori. Sicuramente fastidiosa per qualcuno che preferisce evitare verità scomode, la lapide venne distrutta dopo alcuni anni. In seguito il Gruppo Consiliare di Alleanza Nazionale alla Provincia di Genova presentò una mozione che fece sì che la Provincia stessa si facesse carico del riposizionamento della targa in bronzo nel 2000.

Negli anni successivi la lapide venne spesso imbratta da vandali e ripulita dai volontari locali, fino alla sua asportazione alcuni anni orsono. L’Associazione Nazionale Famiglie Caduti e Dispersi della RSI si è immediatamente attivata per la ristrutturazione della targa, promuovendo una sottoscrizione online per reperire i fondi necessari. Grazie alle donazioni ricevute il 12 giugno 2016 si è potuto finalmente inaugurare la nuova targa. La manifestazione è stata curata dal delegato genovese dell’Associazione Nazionale Famiglie Caduti e Dispersi della RSI, Pietro Giulio Oddone.



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Colonia di rovegno – La Storia

La Colonia Montana fu progettata e realizzata dall’Ingegnere Camillo Nardi Greco, risulta iscritta al catasto urbano del Comune di Rovegno, come colonia montana Lavillà, alla partita 107, foglio 83, mappale 135, intestata al Commissariato Provinciale della Gioventù Italiana del Littorio per un volume complessivo di 28.709 metri cubie di circa 1.800 metri quadrati per piano. Costruita in soli sette mesi, fu inaugurata il 29 luglio 1934 dal segretario amministrativo del partito nazionale fascista Giovanni Marinelli come “Colonia Montana della Federazione dei Fasci di Combattimento di Genova”. Alta tre piani, si presentava come una struttura all’avanguardia dotata delle più moderne strutture: di grandi dormitori, refettori, cucine, uffici, infermeria, servizi igienici con doccia, terrazze e di un notevole apparato sportivo comprendente palestra, campi da tennis, campi da calcio e piscina. La struttura poteva ospitare fino a 450 giovani (il cui soggiorno era completamente gratuito) e circa 200 persone di servizio.

La colonia fu voluta dal Partito Nazionale Fascista di Genova, ma non ebbe alcun costo per lo stato, in quanto i fondi necessari per la sua edificazione furono reperiti con una sottoscrizione a cui aderirono famiglie e abitanti della città che se ne fecero onere. Fu realizzata con lo scopo di permettere ai figli delle famiglie meno abbienti e più povere di poter trascorre un periodo non solo di villeggiatura, ma anche di prevenzione per le malattie polmonari. Infatti, molti dei giovani che arrivavano in questa colonia provenivano dal centro storico della città ligure che all’epoca era fortemente inquinato a causa dell’industrializzazione del porto. Per questo motivo il fulcro del soggiorno estivo riguardava la prevenzione della tubercolosi tramite cure elioterapiche ed attività fisica.

Nel 1939 la struttura fu ampliata con la costruzione di un grande chalet, a ovest della struttura, adibito ad infermeria che incrementò i posti letto da 450 a 500. Svolse regolarmente la sua attività di colonia estiva fino al settembre del 1943 quando venne abbandonata a causa dello scoppio della guerra civile.

Dopo il settembre del 1943 e l’inizio della Resistenza in Liguria con la costituzione della VI Zona Operativa, la colonia – sia per la sua posizione isolata che per la sua ampia struttura – fu sequestrata dai partigiani e diventò comando della Divisione Garibaldi “Cichero” comandata dal Sotto tenente di Complemento del genio Aldo Gastaldi (Bisagno) che la fondò con il comunista Giovanni Serbandini (Bini). Altre persone di rilievo della brigata furono G. B. Canepa (Marzo), Athos Bugliani (commissario Lucio), vice comandante Dino, vice commissario Nino, intendente Martini, vice intendente Nero.

Lontana dalle vie di comunicazione, nascosta dalla vegetazione alla ricognizione aerea, facilmente difendibile, diventa quindi un grande e sicuro covo per i partigiani comunisti delle brigate garibaldine della 4° zona operativa, Oreste, Arzani, Aliotta, Gramsci e Jori, tutte appartenenti alla Divisione Cichero.

Oltre che sicuro rifugio per i partigiani rossi, la ormai “ex colonia” divenne un terribile luogo di detenzione e tortura per i civili sfollati in zona, quelli benestanti, i quali rappresentavano un ghiotto boccone per i partigiani ma soprattutto per i militari e civili aderenti alla Repubblica Sociale Italiana e anche per i soldati tedeschi catturati dai partigiani.

Dal dicembre del 1944 al 30 aprile 1945 si susseguirono uccisioni ed i boschi attorno alla colonia si riempirono di fosse: cadono i militi diciassettenni, viene ucciso il Maggiore Garibaldo, ufficiale dei bersaglieri eroe della Grande Guerra, muore sotto le raffiche di sten la giovane Bianca Canavesi accompagnata alla morte da un anziano magistrato, viene assassinato il giovanissimo Dino Campora di Sarezzano (AL), muoiono gli ufficiali tedeschi e cadono i loro soldati, quei “mongoli” della 134ª Divisione Turkestan volontari contro il comunismo. Si svuota la bella colonia e si riempiono le fosse; in una, la più grande, verranno trovate 39 salme. Gli ultimi a cadere sotto il piombo inglese sparato da mano fratricida sono le due persone più “importanti”, il Tenente Colonnello Celeste Giannelli, comandante della Brigata Nera di Tortona, il cui figlio è già stato ucciso, ed il militare Paolo Grazzini, figlio del vicefederale di Genova. Forse avrebbero potuto servire per uno scambio di prigionieri, ma quel giorno non servono più, è il 29 aprile, la guerra è finita.

Nei mesi successivi inizia il calvario dei familiari per il recupero delle salme, dalle fosse vengono estratti i miseri resti deturpati dalla decomposizione e dagli animali: 72 italiani e 3 tedeschi avranno un nome, per altri 85 uomini nessuno potrà mai testimoniare l’identità. Quando la sorella di Grazzini chiese ad un partigiano “Perché li avete uccisi?”, ricevette una risposta agghiacciante “Erano fascisti e poi non potevamo lasciarli andare per come erano ridotti”. Per anni i contadini e i boscaioli trovarono resti umani fra gli alberi. Qualcuno consegnò alle autorità i ritrovamenti, ma la maggior parte andò diperso. Una nota della Questura di Genova, (div. Gabinetto prot. 102030) del 31 gennaio 1946, presumeva che nei boschi circostanti giacevano circa 600 morti.

Dopo la Liberazione, ospitò ancora bambini in vacanza, a cura dei religiosi del Don Bosco, ma fu definitivamente dismessa negli anni ’60. Passò poi alla Regione Liguria, che alla fine degli anni Settanta la cedette al Comune di Rovegno il quale, nel 2004, la vendette alla società San Martino di Lacchiarella (MI) che avrebbe dovuto realizzare una struttura per i politraumatizzati da incidenti stradali, poi è passata all’associazione San Francesco di Sacile (PN). Quest’ultima, intorno al 2011, l’ha ceduta alla società WDN con sede a Southampton che probabilmente è una società fantasma, infatti il Comune di Rovegno non riesce a risalire a questa società per l’ICI non corrisposta.

Nel 1994 fu apposta una lapide commemorativa in corrispondenza dell’ingresso principale, che negli anni successivi fu distrutta da ignoti. Su interpellanza del gruppo consigliare di Alleanza Nazionale, nel 2000, la Giunta della Provincia di Genova finanziò il ripristino della lapide in bronzo. Nuovamente distrittutta nella seconda metà degli anni 2000, la lapide è stata riposizionata per la terza volta il 12 giugno 2016.

Ad oggi la struttura è in stato di totale abbandono. Lasciata al degrado e al vandalismo stupido e fine a se stesso di gentaglia ignorante, è ridotta in uno stato indescrivibile. Non vi è più una porta intatta, i tramezzi sono sfondati, il soffitto pende a tratti sino al pavimento, sbrecciato anch’esso, i pochi muri intatti sono ricoperti di scritte e disegni osceni ed ingiuriosi, ovunque materassi lacerati, mobili distrutti e tracce d’incendio come documentato nella foto scattate il 4 giugno 2016.


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Musica & Cultura – Appuntamenti della settimana 11-17 Aprile 2016

“Dalle Radio Alternative allo spionaggio a onde corte” presentazione a Genova   –   SKOLL a Sanremo   –   LINEA OSTILE, BULLETS, DDT e GARROTA in zona Varese   –   RRD e INSEDIA a Peschiera del Garda (VR)   –   “L’uomo, la tradizione, l’ascesi” convegno a Firenze   –   “Roma prima di Roma” convegno a Roma   –   “Beppe Niccolai, il missino e l’eretico” presentazione a Lucca

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