CENSURATO

Nell’anno in cui si celebra il 100° anniversario della grande Guerra L’Associazione culturale Lorien stava organizzando, per l’11 dicembre un evento a tema nella cornice dell’Auditorium del Vittoriale, dove campeggia il biplano del volo su Vienna. Lo spettacolo prevedeva le canzoni del cantautore milanese Skoll, le poesie di Gabriele D’Annunzio e Filippo Tommaso Marinetti recitate del Vertex teatro e le canzoni storiche intonate da un coro alpino.

Nella giornata del 3 novembre, dopo lunghi preparativi, con accordi già presi con la fondazione che gestisce il Vittoriale, con contratto firmato per l’affitto dell’auditorium e con la fattura già emessa, una laconica mail della responsabile ci dice testualmente: “gentilissimi, vi comunico che la richiesta di noleggio dell’auditorium del vittoriale non può essere formalizzata per motivi di carattere tecnico”. La comunicazione ci ha colti di sorpresa e ci ha lasciato esterrefatti. Visto lo stato delle cose, ci saremmo comunque aspettati una comunicazione ufficiale del presidente della fondazione, il sig. Giordano Bruno Guerri, con le motivazioni del diniego. Ma ovviamente non essendocene, piuttosto che prendersi una responsabilità in maniera chiara e trasparente, era meglio pararsi dietro a presunte scuse tecniche.

La realtà purtroppo la conosciamo bene, è che essendo una manifestazione organizzata da associazioni di destra, piuttosto che rischiare delle polemiche innescate da qualche presunto paladino della democrazia – politically correct a senso unico – che, sempre pronto a ragliare pretestuosamente contro tutto e tutti, si ergesse scandalizzato di fronte a certe manifestazioni, era meglio evitare il problema negando il noleggio. Noleggio che peraltro era stato rilasciato, senza alcun problema, nel 2008 quando proprio l’Associazione Lorien partecipò all’organizzazione di uno spettacolo dedicato a D’Annunzio, “Vittoria nostra non sarai mutilata”, in cui si esibì anche Skoll, il cantautore che avrebbe dovuto suonare l’11 dicembre.

Con rammarico prendiamo atto che nella casa del vate non si possono recitare le sue poesie e le sue canzoni e nemmeno ricordare con deferenza e rispetto chi diede la vita alla Patria.

Gabriele D’Annunzio scriveva “Memento audere semper” e – fedele al suo motto – aveva sfidato il mare, i cieli e il fuoco e chissà cosa penserebbe oggi di chi dirige la sua dimora che, dimentico del suo esempio, preferisce rifugiarsi nell’opportunismo e nella vacua comodità del politicamente corretto.

Stigmatizzando questo comportamento meschino e lasciando a questi signori la loro mediocrità, noi proseguiamo il nostro cammino continuando a ispirarci al vate e a chi la patria l’ha costruita con coraggio, sangue e sacrificio.

 Ass. Cult. Lorien

 

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