Un percorso attraverso la storia degli italiani: così gli stessi Malnatt hanno descritto il loro ultimo cd, dall’evocativo e dannunziano titolo “Freschi pensieri che l’anima schiude”. Un percorso poetico e musicale, nato, spiegano i componenti del gruppo, “per contrastare la distruzione dell’Italia: è questo infatti l’obiettivo del ‘mondo moderno’: distruggere la ‘forma’ Italia, la sua bellezza, il suo primato in tutte le arti e l’inesauribile capacità degli italiani di ribellarsi con ogni mezzo ad ogni forma di sudditanza. Di fronte a tutto questo noi sentiamo di avere un compito urgente e disperato: cercare di mettere al sicuro almeno le opere più importanti degli italiani, ricordarle e rivalutarle. Certo – è scritto nel libretto del cd – questo nostro tentativo è solo una goccia nel mare, ma noi ci proviamo comunque”.
Ci hanno provato. E ci sono riusciti, creando un qualcosa di molto particolare: poesie e canzoni in acustico. Chitarra e voce. Note e parole, che vanno a comporre un mosaico di 25 tracce che va ascoltato in silenzio assoluto. Magari di notte, al buio, lasciandosi trasportare dallo spirito che ne costituisce il filo conduttore.
Ciò che resta, alla fine, è un senso di profonda commozione e rinnovata ammirazione per un’Italia di cui andare fieri. Brani di D’Annunzio, Foscolo, De Amicis, Ungaretti. Versi di soldati che, in cielo e in terra, hanno versato il loro sangue per la grandezza d’Italia. El Alamein, i ragazzi della Folgore. E ancora, in musica, l’Istria, la vita dura dei ribelli di ieri e di oggi, il loro orgoglio, la loro voglia di resistere, per dimostrare al mondo intero il senso dell’amore per l’Italia.
“Freschi pensieri che l’anima schiude” è un lavoro che contrasta con lo stile rock duro a cui i Malnatt hanno abituato i loro seguaci. Un lavoro che, anche per questo, risulta assai apprezzabile. Colpisce in modo particolare, per chi conosce la potenza del gruppo lombardo, l’espressione vocale e musicale lieve, quasi trattenuta. Che riesce quindi, anche per questo, a dare ancora maggior risalto ai valori che intende tramandare.
Cristina Di Giorgi
(Il giornale d’Italia, 10 maggio 2015)