Il 3 maggio del 1945 le truppe titine occupano Fiume. Dal primo giorno dell’occupazione Fiume fu sottoposta a un regime di governo militare che si protrasse per quasi due anni. In questo periodo avvenne una serie di epurazioni e di omicidi mirati a eliminare non solo le persone compromesse col fascismo e con gli occupatori tedeschi, ma anche ogni possibile oppositore al progetto di annessione della città alla Jugoslavia, nonché all’instaurazione di un regime marxista ispirato apertamente all’URSS di Stalin.
La maggioranza della popolazione italiana, dopo l’occupazione slava, iniziò un lento e straziante esodo che durò fino al 1948. Questa parte della popolazione fiumana subì l’onta dell’occupazione con rassegnata fierezza, perchè poco potevano contro l’odio e la barbarie delle orde comuniste di Tito. Ma nonostante tutto ci fu anche chi in qualche modo cercò di ribellarsi, sfidando la proterva oppressione degli occupanti. Tra tutti spicca la figura di un giovane diciottenne, Giuseppe Librio, che sacrificò la sua giovane vita in un atto d’amore per la Patria ormai perduta.
Infatti il 16 ottobre del 1945, per testimoniare il dolore dell’occupazione dei cittadini italiani, il giovane fiumano decise di ammainare, l’odiata bandiera slava che sventolava da un pennone di Piazza Dante. Ma il gesto gli costò la vita: scoperto dalle milizie titine fu colpito da diversi colpi e gettato, ancora agonizzante, tra le rovine del molo di Stocco dove venne ritrovato il giorno successivo.
Un sacrificio per la patria, un gesto d’amore che rimane a imperituro memento per chi ancora crede nella patria.
Vogliamo ricorda la figura di Giuseppe Librio anche con la canzone “Ribelle per fede”, scritta dai Decima Balder nel 2007 nella loro prima versione acustica e nell’interpetazione eseguita da Skoll.