Le soldatesse di Mussolini

LE SOLDATESSE DI MUSSOLINI

I più famosi giornalisti e storici degli ultimi cinquantanni che hanno dedicato le loro fatiche ai drammatici diciotto mesi della Repubblica Sociale Italiana (settembre 1943 – aprile 1945), se si esclu¬dono quelli di parte fascista, hanno stranamente omesso di parlare delle Ausiliarie. Esse, in numero di circa seimila, furono vere e proprie soldatesse volontarie inquadrate nell’esercito della RSI, con tanto di divise, mostrine e gradi. Non uccisero mai, anche perché avevano il divieto di portare le armi. In compenso furono uccise, sia durante sia dopo la fine della guerra civile. Non di rado in maniera crudele. Questo libro colma dunque una lacuna. E lo fa nella maniera più classica: dando la parola alla comandante del SAF (Servizio Ausiliario Femminile), generale di brigata Piera Gatteschi Fondelli (1902-1985), l’unico generale donna dalla storia d’Italia. Partecipò alla Marcia su Roma alla testa di venti ragazze squa-driste. Più tardi divenne ispettrice nazionale del PNF, la massima carica femminile del partito fascista. Il 18 aprile 1944 Mussolini la chiamò a comandare il SAF, presso il quale affluirono a migliaia le volontarie. Salvatasi avventurosamente nel crollo del fascismo a Como, rimasta vedova, visse una vita tranquilla e ritirata a Roma. Tra il 1984 e il 1985 dettò le sue memorie al giornalista e storico Luciano Garibaldi.


(Estratto da pg. 88)

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Le due vittime più giovani furono Luciana Minardi e Marilena Grill: sedici anni. […]
Marilena Grill era di Torino, lavorava all’ufficio ricerche dispersi. Il 28 aprile i partigiani vanno a prenderla in casa dei genitori, dov’è tornata. Chiede d’indossare la divisa. La tengono cinque giorni alla caserma “Valdocco”. Un colpo alla nuca la liquida il 3 maggio.
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(Estratto da pg. 98)

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Grill MArilena, 16 anni, assassinata a Torino la notte del 2 maggio 1945 dopo aver subito ripetutamente violenza carnale.
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