La Colonia Montana di Rovegno

DA COLONIA PER BAMBINI A COLONIA DEGLI ORRORI

 

Nell’alta Val Trebbia sopra il comune di Rovegno, a circa 950 metri sul livello del mare, in una pineta tra i boschi si staglia l’ex Colonia Montana di Rovegno ormai in stato di abbandono alla mercè della vegetazione che sta in alcuni punti avvolgendo l’edificio. Una imponente struttura che pare quasi una presenza spettrale in mezzo alla vegetazione, anche grazie allo stato di abbandono e di degrado in cui versa, ma che rimane muto testimone di un grandioso progetto sociale che ha saputo pensare ai suoi figli più poveri e disagiati, non con vuote parole, ma con fatti concreti come questa colonia estiva.

La Colonia che ora versa in uno stato ignobile di degrado ed abbandono, fu teatro durante la guerra civile di un massacro di militari della Repubblica Sociale, di soldati tedeschi e di civili accusati di essere fascisti o simpatizzanti: Da più parti definito una “macelleria” anche a seguito di agghiaccianti testimonianze, furono infatti oltre centocinquanta i corpi rinvenuti in fosse comuni, ma molti sono ancora sepolti nei boschi circostanti e si parla di circa 600 persone scomparse in zona.

Con questa pagina vogliamo ricordare la storia e gli eventi che si svolsero nella colonia montagna dalla sua inaugurazione fino alla guerra civile e ancora nel dopoguerra attraverso testimonianze, materiale storico d’epoca e non. Testimoniare a futura memoria la sua innegabile funzione di utilità sociale, ma soprattutto gli orrori di cui fu teatro. Per taluni sicuramente una storia scomoda, una macchia da nascondere e da dimenticare, ma per noi un tragico evento da ricordare con serietà ed obiettività anche in nome dei soldati e delle persone che qui furono tenute prigioniere, torturate e trucidate dai partigiani comunisti in nome di un’ideale di odio e di violenza.

 

LA STORIA

ELENCO DEI CADUTI

LA COLONIA ATTRAVERSO LE CARTOLINE

DOCUMENTI 1934

DOCUMENTI DAL 1945

RASSEGNA STAMPA

BIBLIOGRAFIA

LA COLONIA DEL MISTERO

LE COMMEMORAZIONI

 

TESTIMONIANZE:

1994 – INAUGURAZIONE DELLA LAPIDE COMMEMORATIVA

2016-06-04 – REPORTAGE FOTOGRAFICO SUL DEGRADO DELLA STRUTTURA

2016-06-12 – CERIMONIA PER IL RIPOSIZIONAMENTO DELLA TERZA LAPIDE COMMEMORATIVA

2016-08-09 – 2° REPORTAGE FOTOGRAFICO SUL DEGRADO DELLA STRUTTURA

 


Musica & Cultura – Appuntamenti della settimana 13-19 giugno 2016

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SKOLL a Ghedi   –   BELLATOR, HATE FOR BREAKFAST, KM VII e SPQR nella bassa padana   –   H8MACHINE, BLCLVAKCHE, MAKSS DAMAGE, ACCIAIO VINCENTE e altri al Sonnentanz Festival   –   SKOLL A Roma   –   TOPI NERI, GENE 00, BARNY (Germania) INSEDIA e LA VECCHIA SEZIONE a COMUNITARIA a Colleverde   –   LINEA DEL FRONTE a Bellante   –   Xª BALDER e ADUNATA SEDIZIOSA a Vicenza

 

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Colonia di rovegno – La Storia

La Colonia Montana fu progettata e realizzata dall’Ingegnere Camillo Nardi Greco, risulta iscritta al catasto urbano del Comune di Rovegno, come colonia montana Lavillà, alla partita 107, foglio 83, mappale 135, intestata al Commissariato Provinciale della Gioventù Italiana del Littorio per un volume complessivo di 28.709 metri cubie di circa 1.800 metri quadrati per piano. Costruita in soli sette mesi, fu inaugurata il 29 luglio 1934 dal segretario amministrativo del partito nazionale fascista Giovanni Marinelli come “Colonia Montana della Federazione dei Fasci di Combattimento di Genova”. Alta tre piani, si presentava come una struttura all’avanguardia dotata delle più moderne strutture: di grandi dormitori, refettori, cucine, uffici, infermeria, servizi igienici con doccia, terrazze e di un notevole apparato sportivo comprendente palestra, campi da tennis, campi da calcio e piscina. La struttura poteva ospitare fino a 450 giovani (il cui soggiorno era completamente gratuito) e circa 200 persone di servizio.

La colonia fu voluta dal Partito Nazionale Fascista di Genova, ma non ebbe alcun costo per lo stato, in quanto i fondi necessari per la sua edificazione furono reperiti con una sottoscrizione a cui aderirono famiglie e abitanti della città che se ne fecero onere. Fu realizzata con lo scopo di permettere ai figli delle famiglie meno abbienti e più povere di poter trascorre un periodo non solo di villeggiatura, ma anche di prevenzione per le malattie polmonari. Infatti, molti dei giovani che arrivavano in questa colonia provenivano dal centro storico della città ligure che all’epoca era fortemente inquinato a causa dell’industrializzazione del porto. Per questo motivo il fulcro del soggiorno estivo riguardava la prevenzione della tubercolosi tramite cure elioterapiche ed attività fisica.

Nel 1939 la struttura fu ampliata con la costruzione di un grande chalet, a ovest della struttura, adibito ad infermeria che incrementò i posti letto da 450 a 500. Svolse regolarmente la sua attività di colonia estiva fino al settembre del 1943 quando venne abbandonata a causa dello scoppio della guerra civile.

Dopo il settembre del 1943 e l’inizio della Resistenza in Liguria con la costituzione della VI Zona Operativa, la colonia – sia per la sua posizione isolata che per la sua ampia struttura – fu sequestrata dai partigiani e diventò comando della Divisione Garibaldi “Cichero” comandata dal Sotto tenente di Complemento del genio Aldo Gastaldi (Bisagno) che la fondò con il comunista Giovanni Serbandini (Bini). Altre persone di rilievo della brigata furono G. B. Canepa (Marzo), Athos Bugliani (commissario Lucio), vice comandante Dino, vice commissario Nino, intendente Martini, vice intendente Nero.

Lontana dalle vie di comunicazione, nascosta dalla vegetazione alla ricognizione aerea, facilmente difendibile, diventa quindi un grande e sicuro covo per i partigiani comunisti delle brigate garibaldine della 4° zona operativa, Oreste, Arzani, Aliotta, Gramsci e Jori, tutte appartenenti alla Divisione Cichero.

Oltre che sicuro rifugio per i partigiani rossi, la ormai “ex colonia” divenne un terribile luogo di detenzione e tortura per i civili sfollati in zona, quelli benestanti, i quali rappresentavano un ghiotto boccone per i partigiani ma soprattutto per i militari e civili aderenti alla Repubblica Sociale Italiana e anche per i soldati tedeschi catturati dai partigiani.

Dal dicembre del 1944 al 30 aprile 1945 si susseguirono uccisioni ed i boschi attorno alla colonia si riempirono di fosse: cadono i militi diciassettenni, viene ucciso il Maggiore Garibaldo, ufficiale dei bersaglieri eroe della Grande Guerra, muore sotto le raffiche di sten la giovane Bianca Canavesi accompagnata alla morte da un anziano magistrato, viene assassinato il giovanissimo Dino Campora di Sarezzano (AL), muoiono gli ufficiali tedeschi e cadono i loro soldati, quei “mongoli” della 134ª Divisione Turkestan volontari contro il comunismo. Si svuota la bella colonia e si riempiono le fosse; in una, la più grande, verranno trovate 39 salme. Gli ultimi a cadere sotto il piombo inglese sparato da mano fratricida sono le due persone più “importanti”, il Tenente Colonnello Celeste Giannelli, comandante della Brigata Nera di Tortona, il cui figlio è già stato ucciso, ed il militare Paolo Grazzini, figlio del vicefederale di Genova. Forse avrebbero potuto servire per uno scambio di prigionieri, ma quel giorno non servono più, è il 29 aprile, la guerra è finita.

Nei mesi successivi inizia il calvario dei familiari per il recupero delle salme, dalle fosse vengono estratti i miseri resti deturpati dalla decomposizione e dagli animali: 72 italiani e 3 tedeschi avranno un nome, per altri 85 uomini nessuno potrà mai testimoniare l’identità. Quando la sorella di Grazzini chiese ad un partigiano “Perché li avete uccisi?”, ricevette una risposta agghiacciante “Erano fascisti e poi non potevamo lasciarli andare per come erano ridotti”. Per anni i contadini e i boscaioli trovarono resti umani fra gli alberi. Qualcuno consegnò alle autorità i ritrovamenti, ma la maggior parte andò diperso. Una nota della Questura di Genova, (div. Gabinetto prot. 102030) del 31 gennaio 1946, presumeva che nei boschi circostanti giacevano circa 600 morti.

Dopo la Liberazione, ospitò ancora bambini in vacanza, a cura dei religiosi del Don Bosco, ma fu definitivamente dismessa negli anni ’60. Passò poi alla Regione Liguria, che alla fine degli anni Settanta la cedette al Comune di Rovegno il quale, nel 2004, la vendette alla società San Martino di Lacchiarella (MI) che avrebbe dovuto realizzare una struttura per i politraumatizzati da incidenti stradali, poi è passata all’associazione San Francesco di Sacile (PN). Quest’ultima, intorno al 2011, l’ha ceduta alla società WDN con sede a Southampton che probabilmente è una società fantasma, infatti il Comune di Rovegno non riesce a risalire a questa società per l’ICI non corrisposta.

Nel 1994 fu apposta una lapide commemorativa in corrispondenza dell’ingresso principale, che negli anni successivi fu distrutta da ignoti. Su interpellanza del gruppo consigliare di Alleanza Nazionale, nel 2000, la Giunta della Provincia di Genova finanziò il ripristino della lapide in bronzo. Nuovamente distrittutta nella seconda metà degli anni 2000, la lapide è stata riposizionata per la terza volta il 12 giugno 2016.

Ad oggi la struttura è in stato di totale abbandono. Lasciata al degrado e al vandalismo stupido e fine a se stesso di gentaglia ignorante, è ridotta in uno stato indescrivibile. Non vi è più una porta intatta, i tramezzi sono sfondati, il soffitto pende a tratti sino al pavimento, sbrecciato anch’esso, i pochi muri intatti sono ricoperti di scritte e disegni osceni ed ingiuriosi, ovunque materassi lacerati, mobili distrutti e tracce d’incendio come documentato nella foto scattate il 4 giugno 2016.


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Musica & Cultura – Appuntamenti della settimana 6-12 giugno 2016

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PROGETTO ZERO a Lodi   –   “Cara al Sol: riflessioni sulla guerra di Spagna” convegno a Cagliari   –   “L’Aquila e il condor” presentazione a Capena (RM)   –   “Vivere davvero per non morire mai” conferenza a Vicenza   –   “Pavolini Pensiero e azione di un rivoluzionario” convegno e concerto di SKOLL a Firenze   –   RISCATTO, MAI MORTI e FRANGAR in zona tra Varese e Como   –   Inaugurazione Prora Adversa a portogruaro   –   “Brasillach Giornalista” presentazione a Roma   –   “Donna Rachele mia nonna” presentazione a lomellina (PV)   –   “Gli intelletuali e la RSI” conferenza a Roma

 

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Musica & Cultura – Appuntamenti della settimana 30 maggio – 5 giugno 2016

“Serata per Cristian” a Monza   –   “Non morirò del tutto” presentazione a Rimini   –   HOBBIT a Lindisfarne (PG)   –   BLITZ, NESSUN PENTIMENTO, LA VECCHIA SEZIONE e LOCOMOTIVE a Gaeta al “Tridente Fest”   –   IRREDUCIBLES – ULTIMUIUM a Lignano   –   DELENDA CARTHAGO. HOBBIT e ANTICA TRADIZIONE a Perugia   –   IL TRIDENTE FEST a Gaeta   –   SUMBU BROTHERS a Verona

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