Intervista a Guido Giraudo su Magna Polonia

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Pagina dell’intervista a Guido Giraudo pubblicata su Magna Polonia

1. Come sei diventato militante di destra? Dalle tradizioni familiari?
Non esattamente. Mio padre, ufficiale di Cavalleria, era monarchico. Come tale, l’8 settembre 1943, rimase fedele al giuramento al re nonostante la sua fede fascista. Fu imprigionato dai tedeschi e detenuto proprio in Polonia. Da lui ho appreso il senso dell’onore e della fedeltà. Mi sono avvicinato alla destra neo-fascista al liceo, nel 1968, come reazione alle prime occupazioni, al caos, alla menzogna e alla violenza che accompagnavano tutte le azioni della sinistra. Avevo 15 anni, quindi non ero un gran “militante” ma, da allora, non ho mai abbandonato l’area.

2. Facevi l’università ed eri dirigente nazionale del FUAN durante gli anni settanta. Come si viveva e militava in quegli anni essendo un giovane di destra?
A Milano era davvero pericoloso ed era quasi impossibile fare politica. Mi iscrissi ad Economia e Commercio alla Università Bocconi e, al secondo esame, fui aggredito con spranghe e bulloni (fortunatamente non ero uscito dalla macchina e riuscii a salvare la pelle). Allora mi iscrissi all’Università Cattolica (che era un po’ il “rifugio” di quelli di destra). Lì cercai per 3 anni di presentare delle liste anticomuniste, ma finì sempre con un sacco di botte prese…

3. Negli „anni di piombo” sono nati anche gli Amici del Vento. Com’e’ nato il gruppo e come si svolgeva la sua attività quotidiana? Qual’era il tuo ruolo nel gruppo?
Nel 1975 ero nel FUAN (organizzazione universitaria del MSI) e organizzavamo un piccolo cabaret nella sede degli Arditi (ex combattenti). Qui conobbi Carlo Venturino che suonava la chitarra e cantava delle ballate ironiche. Lui mi fece conoscere un circolo: “Alternativa Nazionale” guidato da un ex legionario della Guardia di Ferro rumena, Niki Constantinescu. Incominciai a frequentarlo (a quei tempi seguivi qualsiasi gruppo non fosse di sinistra, anche i liberali, i monarchici o i cattolici). Nel 1976 Carlo si recò a cantare le sue canzoni a Torino e io lo accompagnai. Fu un grande successo. Al ritorno insieme il fratello Marco e alla fidanzata Cristina decise di formare “un gruppo”; la madre trovò il nome: “Amici del Vento” e le prime canzoni incominciarono a girare. Io non so cantare né suonare… dunque potevo fare solo il presentatore, il cabarettista (nei primi anni) e l’organizzatore (avevo contatti in tutta Italia). Serviva anche quello!

4. Ricordi dei momenti particolarmente felici, belli o divertenti per gli Amici del Vento?
Centinaia. Era la nostra giovinezza a rendere tutto bello e felice, anche il pericolo, anche le difficoltà. Nei lunghi viaggi in auto o in treno per andare a suonare si rideva, si cantava. Poi si conoscevano nuovi camerati, si mangiava poco e si dormiva male !! Ma tutto era bello… Perché avevamo trovato una forma positiva di militanza, utile a tutti ma anche piacevole.

5. Potresti raccontare anche uno di quei felici momenti degli Amici del Vento?
Difficile sceglierne uno: certo la trasferta in Spagna e la nostra esibizione di fronte a 3000 persone nel più grande teatro di Madrid con le ragazzine che ci aspettavano fuori urlanti come fossimo i Beatles. Oppure le infinite prese in giro per una frase sciocca (in genere mia!!!) o per qualche gaffe (di Marco)… Insomma: tamta allegria pur in un periodo duro e drammatico.

6. C’erano dei momenti pericolosi nella attività degli Amici del Vento?
In tutte le attività dell’estrema destra italiana c’era (e c’è ancora oggi) pericolo. Prima di un concerto a Milano fummo attaccati con bottiglie molotov. Quello stesso giorno la sede del circolo Alternativa Nazionale fu devastata e date alle fiamme. A Palermo misero una bomba davanti al teatro in cui dovevamo suonare. A Monza un nostro concerto finì con cariche della polizia e diversi feriti e arrestati…

7. Avete partecipato anche ai Campi Hobbit. Che ricordo ne hai?
– Abbiamo partecipato ai primi due. Hobbti 1 fu la scoperta, lo novità, il cambio epocale. Noi allora non lo sapevamo ma in quei giorni nacquero nuovi lnguaggi, nuove grafiche e nuove musiche che segnarono la destra giovanile fino ai giorni nostri. Il secondo era già animato dalle discussioni interne al partito tra una corrente e l’altra, quindi meno armonioso del primo, c’erano già anche delle esasperazioni che, poi, nle terzo arrivarono al loro massimo grado. Tanto che noi, appunto, non fummo neppure invitati.

8. L’attività degli Amici del Vento negli anni ottanta e’ finita con la morte di Carlo Venturino. Ci racconti del vostro leader?
In questi giorni in cui ricorre il 30.mo della sua morte è stato detto e scritto tanto. Sembra sempre retorico parlare bene di chi non c’è più… Eppure Carlo era davvero eccezionale: un vero capo, carismatico, coraggioso, sempre in prima linea eppure sempre allegro, positivo. Sempre disponibile come camerata, come amico, come medico. Una bella persona, “solare”, perché davvero sembrava sempre portare luce, tranquillità, spirito attivo.

9. Com’era la storia degli Amici del Vento nel secondo periodo della vostra attività?
Dopo la morte di Carlo, il fratello Marco trovò la forza di scrivere 4 nuove canzoni… forse le più belle, tra cui proprio “A Carlo”. Nel 1986 (a 3 anni dalla morte di Carlo e 10 dalla nascita degli Amici del Vento) ci fu un primo concerto. Poi, nel 1993, si decise di incidere una musicassetta con gli inediti di Carlo e le 4 canzoni nuove di Marco. Successivamente Marco riprese a fare concerti, ma non sempre ci trovammo d’accordo sul modo e quindi ci “separammo” per ritrovarci però a organizzare il concerto del 2003 per i vent’anni della morte. A quel punto Marco smise anche di fare concerti. Siamo sempre rimasti legati e, alla fine, l’anno scorso – come tu sai, perché eri presente – Marco ha ripreso in mano la chitarra e insieme abbiamo preso il coraggio per organizzare il grandioso concerto dedicato a Carlo, del 16 dicembre scorso.

10. Sei presidente e fondatore dell’Associazione Culturale Lorien. Com’e’ nata questa associazione e di cosa si occupa? Perché avete scelto questo nome?
Già negli anni Novanta, con l’avvento del digitale, si pose il problema di salvare e conservare le molte produzioni musicali di destra prima che le musicassette o i dischi si deteriorassero. Nacque allora il progetto dell’Archivio storico: non solo raccogliere e catalogare, ma anche masterizzare e persino “restaurare” brani musicali, registrazioni di concerti, produzioni di quei primi vent’anni. A darci fiducia fu una persona eccezionale: Marzio Tremaglia che, in quei tempi, era Assessore alla Cultura nella Regione Lombardia. Da allora abbiamo sempre continuato a raccogliere e catalogare le produzioni musicali di area… Ora, da due anni il sito è fermo, ma posso già dire che in questo 2014 nascerà una Nuova Lorien e tutto ripartirà su nuove basi tecnologiche. Perché Lorien? Siamo tutti molto legati alla cosmogonia tolkieniana e, tra i vari nomi di Lorien, cè anche Lindorinand (“valle dei cantori”).
11. A dicembre si e’ svolto un grande concerto dedicato a Carlo Venturino e agli Amici del Vento. Che significato aveva questo evento per te personalmente e per tutto l’ambiente della destra italiana?
Per Marco e per me, ovviamente, era il dovere della testimonianza e la volontà di trasformare il ricordo personale in memoria collettiva. Le canzoni degli Amici del Vento sono comunque un patrimonio di tutti i gruppi di Musica alternativa (non solo italiana) e per trent’anni sono sempre state cantate. Infatti, come avrai notato ascoltando il pubblico, sono conosciute da tutti: sessantenni e quindicenni. Il fatto di chiamare altri 13 gruppi sul palco ha significato dare riconoscimento a un movimento musicale le cui dimensioni sono poco conosciute al nostro stesso ambiente. Insieme, ha significato trasmettere il testimone. Come puoi immaginare è altamente improbabile che noi si possa pensare a organizzare un concerto tra 10 anni. Speriamo che questo dovere sia ora sentito da quelli che hanno partecipato il 16 dicembre e, quindi, che siano loro a portare avanti la tradizione !

12. Curi anche delle iniziative non-musicali?
Dal punto di vista militante seguo molte attività… nei limiti delle mie possibilità. Con una associazione che si chiama Memento ci prendiamo cura di Campo 10 (il più importante cimitero di caduti della Repubblica Sociale Italiana) e di altri luoghi della memoria Patria. Ogni tanto mi chiamano ancora per tenere conferenze e il libro che scrissi sulla vicenda di un martire degli anni Settanta (Sergio Ramelli) ancora viene diffuso e ancora genera dibattiti.

13. Puoi descrivere in breve la situazione della destra italiana di oggi?
La destra ex-missina (post fascista) è politicamente inesistente, frammentata in piccoli partiti che non arriveranno ad avere nessuna rappresentanza. L’area di “destra” generica è quindi occupata in parte dalla Lega, in parte da ciò che resta del partito di Berlusconi. Invece, a livello associativo, locale, esistono decine e decine di splendide realtà militanti, oggi molto attive anche in campo sociale, che potrebbero diventare il tessuto con cui forgiare un nuovo abito… Manca però un motivo di unità (un leader o un forte richiamo emotivo) e così siamo tutti simili (nelle idee) e tutti divisi (nell’azione).

14. Hai una grande esperienza come militante politico. Puoi dare un messaggio o dei consigli per i giovani militanti polacchi che leggeranno quest’intervista?
Conosco poco la vostra realtà e certo è diversa per storia, tradizione e situazione politica interna da quella italiana. L’unica cosa che mi sento di dire è che il primo dovere di una Comunità militante è quello di forgiare uomini: uomini nuovi, uomini veri. Prima dell’azione politica, prima delle iniziative esterne, prima di tutto viene la formazione, che non è solo culturale (non basta leggere libri) ma è soprattutto etica. La nostra società moderna sforna uomini completamente svincolati dalle tradizioni, sradicati (nel senso letterario “senza radici”) dalla propria civiltà. Sta a noi ritrovare, rendere vive, emozionanti, vere e belle le tradizioni. Non ci si può aspettare frutti se non si sono tenute riparate dal gelo le radici, se non si sono nutrite (anche con il concime del nostro sudore e del sangue dei martiri); se non si è curata la crescita del tronco (anche potando i rami secchi o quelli inutili)… Solo così si avranno – a primavera – nuovi fiori e nuovi frutti!


Intervista a Sylwia curatrice della pagina FB polacca sulla musica alternativa italiana “Muzyka wloskiej prawicy”

Riproponiamo il testo dell’intervista a Sylwia curatrice della pagina FB polacca sulla musica alternativa italiana pubblicata l’8 dicembre 2013 sul sito di Cantiribelli

Sylvia 1

Da maggio su facebook è attiva la pagina “Muzyka wloskiej prawicy”, pagina in polacco dedicata alla musica alternativa italiana. Il merito della creazione di questa pagina è di Sylwia, una ragazza appassionata della nostra musica che già da qualche tempo traduce nella sua lingua i testi delle nostre canzoni. E proprio con lei parliamo di questa sua passione per la nostra musica e la nostra realtà.

 Ciao Sylwia, iniziamo con una tua presentazione al pubblico italiano. Parlaci un poco di te, delle tue passioni, delle tue idee, dei tuoi valori e di come nasce il tuo impegno politico.

 Ho 23 anni e sono studentessa del turismo dei paesi biblici. Circa 2 anni fa, dopo aver conosciuto le canzoni degli Amici del Vento – e grazie anche a queste – ho aderito a una piccola organizzazione nazionalista studentesca e poi sono stata una tra le fondatrici della organizzazione femminile “Kobiety dla Narodu”, un’iniziativa di ragazze nazionaliste di alcune citta polacche. Partecipo volentieri a tutte le azioni e le iniziative per difendere e diffondere la nostra cultura, la storia e i valori cristiani della societa polacca.

 Tu hai iniziato a tradurre in Polacco delle canzoni di musica alternativa pubblicandole sul tuo canale youtube. Come nasce la tua passione per la musica alternativa e che cos’è che ti ha colpito delle nostre canzoni portandoti ad approfondirne la conoscenza?

 La storia è curiosa. E’ cominciata dalle lezioni obbligatorie all’universita, dove per caso mi sono trovata nel gruppo che doveva studiare l’italiano. Non mi piaceva questa lingua, avrei preferito imparare l’inglese e per un anno volevo cambiare il gruppo, ma poi ho rinunciato e ho iniziato a cercare qualcosa, che mi aiutasse ad imparare questa lingua. Cosi, ascoltando su YouTube la musica italiana ho trovato, per caso, la canzone “Amici del Vento”. Non ho capito il testo, pero la musica mi ha subito affascinata (forse perche mi ricordava la musica di Kaczmarski, un cantautore polacco che mi piace). Allora non avevo nessun’idea che fosse la canzone dei “fascisti”! Ho chiesto di tradurrla alla mia insegnante d’italiano, che era un po stupita, ma anche lei non sapeva spiegarmi il contesto. Quando mi sono accorta di che tipo di canzoni sono queste e ho visto i video dei concerti con le “braccia tese” ero un po scioccata, ma non ho smesso ad ascoltarle, perche mi piacevano tanto, sopratutto dal punto di vista musicale perche le parole le capivo poco. Così ho iniziato a leggere e a documentarmi su quel periodo scoprendo che il fascismo italiano non era cosi demoniaco come pensavo prima e, in piu, ho scoperto che i cosiddetti “neofascisti” (o nazionalisti, anche quelli polacchi)  generalmente non sono i brutti mostri mitici, come vengono dipinti dai media e dalle televisioni. Così ho continuato ad ascoltare le canzoni degli Amici del Vento, Compagnia dell’Anello, ZPM e poi anche di altri gruppi e mi affascinava non solo la musica, ma anche i testi pieni di entusiasmo, impegno, cameratismo e, sopratutto, sincerità ed è stato quello che mi ha colpito di più. Non era una musica cantata per i soldi o per la fama, ma per un’ideale e per diffonderne i valori. Questo rende bella questo tipo di musica, anche se sono spesso una melodie semplici.

 Nel corso dell’ultimo anno hai avuto modo di venire in Italia tre volte, di conoscere da vicino la Lorien e altre realtà e di conoscere e sentire dal vivo alcuni dei nostri menestrelli. Come ti sei sentita, che impressione ti ha lasciato sentire per la prima volta dal vivo alcune delle canzoni che avevi tradotto nella tua lingua?

 Si, sono stata a Milano tre volte e ogni volta è stato indimenticabile. Ho conosciuto Guido Giraudo, Marco Venturino e altre persone interessanti e potevo non solo ascoltare, ma anche cantare insieme agli “Amici del Vento” le loro canzoni. Per me era ovviamente una bella esperienza, tanto più che quando ho cominciato a tradurre i testi delle canzoni non mi aspettavo di poterne in futuro conoscere gli autori. Ero molto impressionata non solo dal fatto di aver conosciuto i musicisti di cui ascoltavo le canzoni, ma ancor di più dal fatto di aver incontrato persone dal carattere buono. Sono molto felice di aver potuto conoscere personalmente queste persone.

 In Polonia c’è una scena musicale similare a quella italiana o comunque vicina ai movimenti nazionalisti?

 Ovviamente c’è la scena musicale vicina ai movimenti nazionalisti, ma per motivi storici è ben diversa da quella italiana. Fino al 1989 in Polonia c’era il comunismo imposto dai russi e, quando in Italia negli anni ’70 e ’80 si creava la scena “alternativa”, non c’era la musica nazionalista (perché l’ambiente nazionalista praticamente non esistava) ma anticomunista. La cantavano sopratutto cantautori, come Krzysztof Kelus, Przemysław Gintrowski o Jacek Kleyff. Il piu conosciuto tra loro era Jacek Kaczmarski – un vero genio musicale – che ha scritto piu che 600 splendide canzoni sui temi sociali e storici. Ma era soprattutto un autore di “protest songs” e un artista indipendente, non un cantautore nazionalista e nemmeno molto patriota.

 Negli anni novanta e’ cominciata la rinascita del movimento nazionalista molto legato all’ambiente skinheads e sono nati alcuni gruppi che cantavano la musica RAC e Oi!. Questo genere musicale è stato il più popolare negli ambienti nazionalisti fino all’inizio del XXI secolo, ma comunque, nello stesso periodo, c’erano anche alcuni cantautori, come Andrzej Kołakowski, Leszek Czajkowski o Lech Makowiecki. Negli ultimi anni il genere musicale più popolare è diventato l’ hard rock (o perfino metal) e si è anche sviluppata molto la scena del rap patriotico.

 Che temi trattano le canzoni e quali sono i gruppi/solisti più conosciuti?

 I temi più diffusi sono naturalmente quelli di patria e storia polacca, ma c’e’ anche spesso opposizione all’Unione Europea e alla globalizzazione. Gli argomenti delle canzoni sono anche influenzati dai movimenti a cui appartengono gli autori. Per esempio i vecchi, ma sempre conosciuti e ascoltati, gruppi skinhead come Honor, Szwadron 97 o Legion cantano i soliti temi di RAC: anticomunismo, scontri per le strade e rabbia contro il “sistema”; mentre i nuovi gruppi di hard rock o metal (Irydion, Nordica, Horytnica, Tormentia) cantano sopratutto temi storici, talvolta con accenti pagani o cristiani. Vi sono brani rap, cantati dai gruppi o solisti come Zjednoczony Ursynów, Encecha, Wuem o Tadek, spesso riguardanti le squadre di calcio e la vita dei tifosi. Ci sono cantautori, come Andrzej Kołakowski o Leszek Czajkowski che creano canzoni più riflessive e talvolta anche satiriche. Un argomento che è molto popolare nelle canzoni identitarie polacche è la seconda guerra mondiale, specialmente la Rivolta di Varsavia, e – negli ultimi anni – anche i “guerrieri maledetti”, che hanno combattuto contro i comunisti dopo la seconda guerra mondiale.

 Hai partecipato a qualche concerto dove fossero presenti dei gruppi italiani?

 Si, a uno, durante Festiwal Orle Gniazdo – festival della musica identitaria polacca. Come gli ospiti hanno cantato i Nessuna Resa. Mi ricordo che oltre le loro canzoni hanno cantato tre volte “Come il vento” degli Intolleranza – brano conosciuto in Polonia che è piaciuto molto a tutti.

A maggio debutta su facebook “Muzyka wloskiej prawicy” una pagina polacca dedicata alla musica alternativa italiana. Da che cosa nasce questo progetto? Lo gestisci da sola o con altre persone?

 Questo progetto è nato dalla semplice voglia di far conoscere agli altri la bellezza di questa musica che io conosco, ma che in Polonia è quasi totalmente sconosciuta. La musica di alcuni gruppi di rock identitario è un po’ ascoltata in Polonia, pero sono molto poche le persone che conoscono l’italiano e quindi, anche se a molti piace, sono pochissimi quelli che la capiscono e allora voglio tradurre questi testi in polacco. Invece la musica alternativa quella degli Amici del Vento, Compagnia dell’Anello è assolutamente sconosciuta, purtroppo, ma lo voglio cambiare. La pagina, la gestisco da sola.

Perché reputi importante la musica alternativa italiana?

 Prima di tutto perché e molto variegata e, in genere, ha un alto livello di testi. C’è la “classica” musica alternativa, melodiosa e con i testi che sono spesso addirittura poesie, ci sono diversi tipi di rock, c’è la nuova musica cantautoriale di Skoll – ognuno puo trovare qualcosa che gli piaccia. Penso, che grazie a questa ricchezza sia della musica, sia dei contenuti dei testi possa essere un buon esempio per i musicisti identitari di tutta Europa e per questo cerco di renderla conosciuta anche in Polonia.

 Che cosa vuoi trasmettere ai tuoi connazionali attraverso le nostre canzoni?

 A dir la verità vorrei trasmettere un po’ della ricchezza delle emozioni che c’è nella musica italiana identitaria. Ci sono canzoni sull’onore, sulla patria, sulla fedeltà, ma anche sull’amicizia, sull’amore, e sulla bellezza, ci sono le canzoni serie e quelle satiriche o addirittura allegre. Ma la cosa, che mi piace di più, è l’entusiasmo, la speranza e il vero idealismo che trasmettono molte delle canzoni italiane. Nella musica polacca invece prevalgono sempre argomenti storici, nostalgia per gli eroi caduti o rabbia contro la realta di oggi. Attraverso la mia pagina e le traduzioni vorrei mostrare che si puo creare una musica identitaria più variegata e più positiva. Una più ricca e più “aperta” musica potrebbe senza dubbio non solo arricchire culturalmente e spiritualmente l’ambiente nazionalistico, ma anche attirarci molta gente.

 La seconda cosa che vorrei presentare sulla mia pagina è proprio la varietà dei generi musicali. Secondo me sulla scena polacca di destra manca un po’ una musica piu leggera: o rock piu melodioso o la musica cantautoriale e vorrei che la musica italiana che traduco fosse un’ispirazione per i cantanti polacchi. Non so, se sarà possibile, ora la mia pagina su facebook ha relativamente pochi “mi piace” e non mi pare che possa in qualche modo influenzare la scena patriotica… ma chissà, forse in futuro… Mi piacerebbe specialmente se ci fosse qualche gruppo che cantasse la buona musica acustica o folk. Anche questo non mi sembra molto possibile perché, come ho detto prima, ora sono popolari piuttosto rock e rap, ma visto che c’è sempre un grande gruppo di persone che ascoltano la musica di Kaczmarski e folk “normale”, non-patriotico penso che si troverebbero molti che vorebbero ascoltare la musica nazionalista di questo tipo. Beh, in questo momento spero e continuo a tradurre le canzoni degli Amici del Vento e gli altri gruppi vecchi. Vedremo.

 A Dicembre verrai a vedere il Concerto per Carlo, che cosa rappresenta per te questo evento?

 Senza dubbio sarà un evento insolito per me, un tipo di riassunto di tutta la storia della musica alternativa e naturalmente un tributo meritato a Carlo Venturino e agli Amici del vento. Sinceramente non vedo l’ora di venire al concerto!

Sylvia 2

Un ringraziamento a Sylwia per la sua disponibilità e per l’ottimo lavoro che sta facendo nei confronti della musica alternativa italiana.

Per chi volesse saperne di più:

FB: https://www.facebook.com/MuzykaWloskiejPrawicy?fref=ts
Youtube:
http://www.youtube.com/user/Wiedzminka1990

 

 A cura di Claudio Volante
Ass. Cult. Lorien
aclorien@lorien.it


Chi siamo – Videoclip

Videoclip realizzati dall’Associazione Cultural Lorien.

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28-02-2011 NOI POCHI (Video Ufficiale)
  Video realizzato appositamente per l’uscita del Cd+Libro: NOI “Canzoni d’amore per la lotta e di lotta per l’amore”
11-10-2011 LE CANZONI DELLA REPUBBLICA SOCIALE
  Nel 1977, a 34 anni dall’inizio della guerra civile, Giorgio Pisanò con l’Orchesa e Coro del Candido (a cui parteciparono gli Amici del Vento) incise e pubblicò la musicassetta con gli inni e la canzoni della Repubblica Sociale. A 34 anni dalla la loro prima pubblicazione, la Lorien le ripubblica su cd.
17-03-2012 VIVERE DAVVERO
  Realizzato per il concerto del 29 marzo 2012 a Verona in ricordo di Nicola Pasetto nel 15° anniversario della sua scomparsa.
02-05-2016 VIDEO SU ADRIANO VISCONTI
  Video su Adriano Visconti realizzato per la commemorazione di Sergio Ramelli del 29 aprile 2016 dove è stato proiettato durante la cerimonia.
02-05-2016 VIDEO SU ENRICO PEDENOVI
  Video su Enrico Pedenovi realizzato per la commemorazione di Sergio Ramelli del 29 aprile 2016 dove è stato proiettato durante la cerimonia.
01-05-2017 VIDEO SU CARLO BORSANI
  Video su Carlo Borsani realizzato per la commemorazione di Sergio Ramelli del 29 aprile 2017 dove è stato proiettato durante la cerimonia.
15-09-2017 GIUSEPPINA E SERGIO
  Giuseppina Ghersi e Sergio Rameli, 1945 e 1975. Due storie che a trent’anni di distanza conservano molte similitudini:
– Entrambi finirono nelle liste di proscrizione dei comunisti
– Su entrambi si scatenò un odio cieco e vigliacco
– Entrambe le famiglie furono poi perseguitate per anni… anche dopo la loro morte.
10-05-2018 VIDEO UFFICIALE DEL 29 APRILE 2018
  Video ufficiale della commemorazione di Sergio Ramelli svoltasi a Milano domenica 29 aprile 2018.
   

Torino: Sede del 15° G.R.F. “G. Porcù del Nunzio” (Ora Commissariato di Polizia)

Anno di costruzione 1937
Progetto Architetto Mario Passanti (1901-1975) e Paolo Perona (1902-1969)
Ubicazione Corso Agrigento, 2 (ora Corso Eusebio Giambone) – Torino
Dal 1938 al 1945 Sede del Gruppo Rionale Fascista “Giovanni Porcù del Nunzio” 
Dal 1945 Commissariato di Polizia Nizza


Inaugurato il 23 ottobre 1938 alla presenza del segretario del partito nazionale fascista Achille Starace, l’edificio era destinato alle attività politiche e ricreative del partito fascista ed è stato edificato su un’area della Fiat ceduta al Comune nel corso delle negoziazioni fondiarie per la costruzione dello stabilimento di Mirafiori.
Nato come sede del Gruppo Rionale Fascista “Filippo Corridoni” di Torino, l’edificio fu costruito un terreno di proprietà comunale nel quartiere Nizza Millefonti, negli anni Venti e Trenta area in rapida urbanizzazione grazie alla presenza della Fiat Lingotto e di altre importanti servizi (tra cui gli ospedali e il mercato ortofrutticolo).
L’edificio è formato da due piani fuori terra, intorno a una corte trapezoidale, un lato della quale è chiuso da un portico, demolito negli anni Ottanta e poi ricostruito. Le murature esterne sono in mattoni a vista in cui si aprono finestre quadrate disposte in maniera asimmetrica. Internamente ospitava gli uffici politici, i locali dei fasci maschili e femminili, la G.I.L. (Gioventù italiana del littorio), un salone delle adunanze, e altri servizi, compreso un ambulatorio; nei sotterranei erano disposti un laboratorio, l’armeria delle sale da gioco e un rifugio antiaereo.
Dopo la guerra la palazzina è stata adibita a commissariato delle forze di polizia.


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Pagina redatta il 26 febbraio 2018

 


Le Sedi ed i Comandi della R.S.I. a Torino – P.F.R. ed Enti Fascisti

Elenco delle sedi delle strutture fasciste a Torino durante la Repubblica Sociale Italiana.
Nelle tabelle vengono indicate: La struttura, l’ubicazione e l’attuale destinazione dell’edificio.

PARTITO FASCISTA REPUBBLICANO

Federazione del P.F.R. Casa Littoria (ora Palazzo Campana)
Via Carlo Alberto, 10
Dipartimento di Matematica
dell’Università di Torino
Redazione di “Riscossa” (1) Via Santa Teresa, 2 Uffici
Giovanile d’Azione Casa dello studente
Via Bernardino Galliari, 30
Collegio Universitario
Opera Nazionale Balilla (2) Piazza G. L. Bernini, 12 Sede del S.U.I.S.M. (ex I.S.E.F.)
(1) Settimanale politico del popolo lavoratore (1943/1944)

(2) Casa del Balilla ed ex casa della Gioventù Italiana del Littorio (G.I.L.)

GRUPPI RIONALI FASCISTI

2° G.F.R. “Cesare Odone” Corso Farini, 20 Abitazioni civili
5° G.F.R. “Luigi Scaraglio” Via San Secondo, 51 Palazzo ad uso abitativo e commerciale
6° G.F.R. “Amos Maramotti” C.so Peschiera, 230 Plesso scolastico Santorre di Santarosa
8° G.F.R. Gustavo Doglia Corso Grosseto, 283 Commissariato di Polizia
10° G.F.R. “Arnaldo Mussolini” Via delle orfane, 6 Palazzo ad uso abitativo e commerciale
14° G.F.R. Filippo Corridoni Via Filippo Corridoni, 23
(Via Giulio Biglieri)
Struttura Sanitaria di analisi
15° G.F.R.
Giovanni Porcù del Nunzio
Corso Agrigento, 2
(Corso Eusebio Giambone)
Commissariato di Polizia
Mario Gioda Via Accademia Albertina, 3 Palazzo ad uso abitativo e commerciale
Michele Bianchi Via Principessa Clotilde, 1 Edificio ad uso commerciale
Lucio Bazzani Via Principe Tommaso, 36 Palazzo ad uso abitativo e commerciale
Dario Pini Largo Dario Pini, 73
(Piazza Generale Perotti, 1)
Abitazioni civili e negozi
Mario Sonzini Largo Sonzini
(Corso Giulio Cesare, 77)
Abitazioni civili
Damiano Chiesa Largo Damiano Chiesa, 49 Locali ad uso commerciale
Duca d’Aosta Via Capelli, 51 Locali del plesso scolastico Duca D’aosta
Enrico Santoro Corso Vercelli, 453 Caserma dei Carabinieri

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Pagina redatta il 15 gennaio 2018


Torino: Sede del G.R.F. “Mario Sonzini” (Ora abitazione)

Anno di costruzione Primi decenni del ‘900
Ubicazione Largo Sonzini ora Corso Giulio Cesare, 77 – Torino
Dal 1936 al 1945 Sede del Gruppo Rionale Fascista “Mario Sonzini” 
Dal 1945  Abitazione civile


L’edificio che ospitava la sede del Gruppo Rionale Fascista “Mario Sonzini” aveva tre piani e ai lati della facciata, dal primo al secondo piano, aveva due fasci littori che furono divelti alla fine della guerra. Nel dopo guerra l’edificio è stato ristrutturato e rialzato di tre piani, ma sui muri si vedono ancora le tracce di dove erano posti i fasci littori.


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Pagina redatta il 22 febbraio 2018