Un Aquila nel cielo

Nel cimitero monumentale di Torino è ubicata la tomba del Capitano degli Arditi della “Grande Guerra” Carlo Cherasco. Purtroppo all’inizio degli anni ’80, qualche vile ignoto ne prese a picconate il basamento marmoreo causando già gravi danni, ma che si sono acuiti nel corso di questi anni provocando così la precarietà dell’equilibrio strutturale e rendendo necessari urgenti interventi di ristrutturazione al fine di evitarne il crollo. A questo scopo si è costituito un comitato per raccogliere i fondi necessari per la ristrutturazione, ma purtroppo non è sempre facile raccogliere denaro specie se si tratta di cifre congrue. Così il Centro Studi “L’Araldo” ha deciso di organizzare questo concerto devolvendo interamente il ricavato a favore della ristrutturazione del Monumento all’Ardito con l’obbiettivo di aiutare il comitato se non a raccogliere la cifra mancante (circa 8 milioni), quanto meno a far si che il prima possibile si possa dare il via alle operazioni di ripristino.

Con queste parole, riportate nel retro del volantino veniva presentato lo spettacolo musicale organizzato dal Comitato per il Salvataggio del Monumento all’Ardito, il concerto “Un aquila nel cielo”. Un evento che, nonostante i soliti boicottaggi è riuscito perfettamente e rimarrà uno tra i maggiori concerti nella storia della musica alternativa. Quasi mille persone provenienti da tutta Italia hanno visto esibirsi sul palco i Non Nobis Domine, Gabriele Marconi, i 270 Bis e la Compagnia dell’Anello. 

La raccolta fondi grazie a queste evento raggiunse quasi la cifra necessaria alla ristrutturazione del movimento, ma rimaneva ancora scoperta una piccola parte. Il Comitato decise così di produrre un cd con 17 brani selezionati tra quelli eseguiti nel concerto per completare la raccolta. 



Torna a Salvataggio del monumento all’Ardito Cherasco


COMUNICATO DI CHIUSURA SOTTOSCRIZIONE

Il Comunicato pubblicato sulle pagine del sito internet del Centro Studi L’Araldo nell’apposita sezione dedicata al Comitato per il Salvataggio del Monumento all’Ardito alla chiusura della raccolta fondi nel 2002.


Il Comitato comunica la chiusura delle sottoscrizioni a sostegno dell’iniziativa, per raggiunta quota prevista da destinarsi allo stanziamento dei lavori. Le modalità e i tempi previsti per la ristrutturazione saranno comunicati nei primi mesi del prossimo anno.
Un doveroso ringraziamento a tutti coloro che hanno attivamente aderito alla sottoscrizione e preso parte alle iniziative parallele atte al raccoglimento dei fondi.

IL COMITATO.

Nel Cimitero Monumentale di Torino sorge la tomba di Carlo Cherasco, capitano degli Arditi della “Grande Guerra” e personalità di spicco di tale corpo militare. La stessa è sovrastata dal monumento commemorativo dedicato agli Arditi di tutte le guerre, eretto nell’anno 1942. Purtroppo negli anni ’70, il basamento marmoreo venne seriamente danneggiato dalla mano vile di qualche attentatore che diede all’atto una valenza “antifascista”. Il danneggiamento, associato all’erosione causata dai fenomeni atmosferici, ha reso precaria l’intera struttura,alla quale sono necessari urgenti lavori di ristrutturazione. Abbiamo pertanto radunato, in una sera di circa un anno fà, vari esponenti della destra parlamentare e non, per costituire, insieme a quanti avessero avallato l’iniziativa, al sopra citato Comitato. Il nome è stato scelto suggellando un termine forte, “salvataggio”, che rendesse propriamente idea dello stato di pericolosità in cui versa il monumento in questione.

Costituito un primo nucleo di sottoscrittori, ci siamo prodigati attivamente con:

  • la richiesta di una perizia sullo stato di salute dell’intera struttura (eseguita con rilascio di un progetto tecnico per i lavori da effettuarsi, a cura di una ditta cittadina che esegue tali tipologie di lavori).
  • la richiesta alle autorità competenti dei necessari permessi (di cui siamo legalmente in possesso).
  • la creazione di un’opera di informazione e sensibilizzazione dell’iniziativa (è già disponibile varia documentazione, a richiesta presso la nostra casella arditocherasco@hotmail.com).
  • siamo giunti dunque ad una successiva fase, cronologicamente l’ultima ma prioritaria per l’importanza: la raccolta dei finanziamenti per la realizzazione del progetto. E’ tuttora in opera una vasta raccolta di autofinanziamenti che coinvolge uomini che hanno avvalato l’iniziativa.
  • varie manifestazioni sempre indirizzate al medesimo fine sono state già in passato intraprese, tra cui l’organizzazione di un paio di concerti ed una cena, i cui proventi sono stati interamente devoluti alla cassa del Comitato. Altre successive sono in fase di studio ed organizzazione (a tal fine sono gradite possibili segnalazioni d’iniziative a tal fine).

Invitiamo pertanto tutti coloro che desiderino farlo, ad una concreta collaborazione, in modo che il progetto divenga concretezza e gli sforzi unanimi di una comunità di “uomini e di idee” costituisca l’alternativa, alla soglia dell’anno duemila, a quel mondo intriso di cultura progressista ed lassismo che si prodiga ad imporre al nostro popolo di recidere i legati con un passato che gli appartiene, rifiutando a priori ogni forma di analisi storica. Riteniamo doveroso addurre obbiettivi concreti, tangibili e contemporaneamente al sorgere di polemiche indirizzate alla “legittimità d’esistenza” di alcuni monumenti che a detta di qualcuno, dovrebbero addirittura essere rimossi per recidere completemente anche la “visibilità” di alcuni periodi storici, intendiamo riaffermare il concetto che la storia non deve essere monopolio di “fazioni ideologiche”, ma analisi lucida e sottratta a sterili nostalgismi di parte. I monumenti hanno una propria valenza simbolica: la “cementificazione” di idee e principi, di sentimenti patrii, di orgoglio nazionale, che rimangono tali di fronte al trascorrere del tempo, al declino morale ed architettonico sancito dell’odierno caos della modernità.

Invitiamo pertanto non solo ad una collaborazione per la riuscita del progetto ( che una volta concretizzato potrà fungere da esempio, da punto d’inizio), ma a rendersi promotori di iniziative simili nei propri comuni di appartenenza. Vi esortiamo inoltre a segnalarci particolari monumenti ed opere architettoniche che vengono lasciate incustodite e sono soggette all’incuria del tempo (inviandoci documentazione, articoli, foto). Potremo così dar vita ad una “carta nazionale” dei monumenti abbandonati e lasciati al loro triste destino, in modo da poter intraprendere delle iniziative corali, magari con la prospettiva futura di un comitato nazionale. Chissà che sensibilizzando chi ancora possiede del sano amor patrio, qualcosa non possa finalmente cambiare….


Torna a Salvataggio del monumento all’Ardito Cherasco


CARLO CHERASCO

Vi è nella vita di questo magnifico soldato dell’Italia e di un’idea gloriosa, la logica di concatenazione di fatti, di eventi, di azioni e di coraggio che si può dire che il Tenente Carlo Cherasco può definirsi l’esponente classico di una eletta schiera di giovani che mai si arresero, e nelle ore di lotta furibonda e nelle insanguinate trincee e nelle battaglie civili, di combattere per il trionfo della verità e della giustizia e rendere così sublime l’Italia.

Forse a pochi come a lui può attribuirsi il memorabile detto: “Meglio vivere un giorno da leoni che cent’anni da pecora”. In altre parole sta scritto nella vita di Cherasco l’imperativo: vivi pericolosamente. Saluzzese, perché nato nella città di Silvio Pellico nel 1891, l’aria sana che viene giù dal Monviso riuscì a plasmare un corpo reattivo a tutte le fatiche ed a tutti i dolori. Dopo il Diploma, appena ventenne prese servizio come soldato del 50° Fanteria, nella guerra Italo – Turca.

Ricordi che appaiono ormai lontani, quelli, di quanto sangue generoso sparse questo valoroso reggimento nel cuore delle Libia, quanta fulgida gloria raccolse. Fu quell’ epopea coloniale come il preludio della gloria di Vittorio Veneto e quei nostri soldati che combatterono e vinsero a Tripoli possono essere ben considerati alla stregua degli antichi legionari che assicurarono con la tenacia delle colonie la gloria di Roma.

Carlo Cherasco fu tra i primi legionari d’Italia che posero il piede in Tunisia nel novembre del 1911, essendo presente ai combattimenti di Henni di Hain – Zara.

Congedatosi, emigrò nell’America del Sud con l’intento di crearsi una solida posizione sociale e collaborale così con le nostre colonie all’estero a tenere alto il prestigio dell’Italia e degli italiani nel mondo. Ma nel 1914 – 15 giungevano a Buenos Aires gli echi di una grande passione che culminò poi nelle giornate del glorioso giorno. E Carlo Cherasco ruppe gli indugi. Bisognava ritornare in Italia perché la Patria poteva da un momento all’altro lanciare un nuovo appello a tutti i suoi figli. Ed ecco la guerra. Nel maggio 1915 divenne soldato del 161° Reggimento Fanteria, passò poi al 201° Reggimento composto in massima parte di piemontesi che sugli altipiani e le petraie del Carso si prodigò in offensive gloriose e irruenti e stette fermo nelle difese. Il Cherasco fu quindi attore di mille battaglie aspramente combattute, finchè fu promosso sottotenente ed assegnato al 115° Fanteria. Il tragico evento di S. Gabriele, la insanguinata Vetroiba, videro il giovane sottotenente prodigarsi in audaci offensive, lanciando in continuità il suo grido di sfida alla morte.

Il suo coraggio, il suo disprezzo del pericolo gli valsero il riconoscimento ufficiale nella motivazione di una medaglia d’argento guadagnatasi nel combattimento di Roccagliano: “Con mirabile esempio di slancio e di ardimento, sotto l’intenso fuoco nemico, guidò il proprio plotone all’assalto di una posizione, conquistandola e mantenendola poi saldamente contro i ritorni offensivi del nemico che pose in fuga con il lancio di bombe a mano, facendo anche dei prigionieri. – Roccagliano, 21 – 22 agosto 1917”.

E quando nel 1917 vennero costituiti quei raparti d’assalto, irresistibili, furie scatenate che travolsero e sconvolsero per la loro irruenza, il tenente Cherasco, chiese ed ottenne di far parte di questi gloriosi reparti, di quelle fiamme nere che si lanciavano all’assalto cantando la bella canzone che divenne poi l’inno della giovinezza d’Italia. Prese parte a diverse azioni, con i suoi arditi ed il 28 gennaio 1918, nel combattimento di Monte Val Bello in un furioso corpo a corpo, una pallottola di rivoltella nemica, sparatagli a bruciapelo gli attraversò il ventre. Per lo spasimo, il dolore, per il sangue che copioso defluiva, il tenente Cherasco cadde all’inverso, ma quando s’accorse che correva pericolo di cadere nelle mani del nemico, con supremo sforzo di una volontà che vince qualsiasi dolore, riuscì trascinandosi carponi, fra indicibili tormenti, a riportarsi nelle linee nostre. Venne proposto per una nuova medaglia d’argento al valore. La grave ferita lo costrinse per lunghi mesi a letto. Sorgeva intanto la gloria di Vittorio Veneto. Era ancora costretto all’ospedale, quando con alcuni commilitoni, nel novembre del 1918, fondava la sezione di Torino dell’Associazione degli arditi d’Italia, e quando nel marzo del 1919 Benito Mussolini lanciava agli italiani il verbo della nuova resurrezione, egli metteva a disposizione del compianto fondatore del fascio di Torino, On. Mario Gioda, non solo se stesso ma tutti i suoi arditi.

E la sua adesione al fascio di Torino non fu semplicemente platonica e ideale, perché egli fece parte del direttorio del fascio di combattimento di Torino. Comandante dei primi gruppi di azione, con i suoi arditi e con alcuni fascisti fronteggiò energicamente le azioni dei “rossi” ed in special modo lo sciopero del 20 aprile 1920.

L’impresa fiumana ebbe nel Cherasco un valido ed efficace collaboratore. Fondò presso l’Associazione degli arditi la “Lega volontari fiumani” colla quale si volle sovvenire i legionari fiumani di tutto quanto loro abbisognava. Ed erano tempi tristi perché i bambini e le donne fiumane avevano fame. Opera altamente benemerita, umanitaria e patriottica quella svolta dal tenente Cherasco, il quale appunto per la sua passione patriottica ebbe a soffrire il carcere sotto i governi di Nitti e di Giolitti.

Nominato cavaliere della corona d’Italia per meriti di guerra, presidente della sezione di Torino della Federazione nazionale arditi d’Italia, segretario politico di Ciriè e commissario straordinario del giornale settimanale politico economico “Il progresso del Canavese”, è segretario del gruppo regionale imprese elettriche del Piemonte, nelle cariche pubbliche e private porta sempre la sua grande fiamma di fede e di amore all’Italia.


Torna a Salvataggio del monumento all’Ardito Cherasco


Inaugurazione del Monumento all’Ardito Cherasco

Discorso d’inaugurazione del Monumento.

 

Carissimi,
è con vivo compiacimento che ci ritroviamo oggi davanti a quella che può, non a torto, definirsi una “promessa mantenuta”. Così intendo, a nome del Centro Studi l’Araldo e del Comitato per il Salvataggio del monumento All’Ardito Cherasco definire quanto si è concretizzato. Un paio d’anni addietro l’idea sorta all’interno del nostro Centro Studi gettò le sue radici con la creazione di un Comitato atto ad intraprendere la tortuosa strada della raccolta di finanziamenti per la ristrutturazione del monumento che oggi vedete dinanzi a voi perfettamente risanato. Per giungere a questo è inutile negare che abbiamo dovuto faticare, ma l’importante è oggi potere, senza vanità, affermare che ci siamo riusciti. Ciò lo si deve ad uno sforzo collettivo e comunitario di decine, centinaia di camerati che hanno contribuito in via diretta (mediante versamenti sul c/c postale appositamente aperto) e in modo indiretto (mediante l’adesione alle varie iniziative promosse al Centro Studi l’Araldo) e che hanno ingrossato la cassa del Comitato.
Un doveroso ringraziamento a tutti, ma permettetemi di ringraziare particolarmente per tenacia e spirito d’intraprendenza, i militi dell’Araldo, l’Unione Nazionale Combattenti della Repubblica Sociale Italiana ed in particolare il loro rappresentante e la Comunità Giovanile di Busto Arsizio, ovvero coloro che tra i tanti si sono attivati dando origine a vere e proprie iniziative collaterali che hanno consentito la raccolta dei fondi.
Fedeli alla promessa iniziale mirante al raggiungimento dell’obbiettivo senza enfasi, senza retorica e sterile reducismo, non abbiamo apposto a lato del basamento nessuna lapide che rivendicasse la paternità della ristrutturazione. 
Tale era e permane il nostro scopo, atto ad avvalorale l’idea in cui crediamo senza tornaconti pubblicitari. L’opera compiuta è il risultato di uno sforzo comunitario e pertanto patrimonio della stessa comunità. 
Possa questo monumento vedere ogni anno la compattezza di un ambiente diviso, a torto o a ragione, da continue beghe interne; possa essere lo spirito di quei giovani Arditi assimilato e fatto proprio da tutti noi per “restare nella vita nazionale a significare tutto quello che vi è di più giovane, di più audace e tenace” (prendendo a prestito le parole usate dall’Associazione Arditi del 1919).
Il compito del Comitato è pertanto assolto e da questo momento ne decretiamo l’auto – scioglimento.
Non così è invece la sorte del Centro Studi l’Araldo che intende proseguire il cammino fino ad oggi intrapreso, con le nostre idee, il nostro spirito d’iniziativa, la nostra cultura, le nostre caratteristiche individuali, le nostre preoccupazioni generali, il nostro amore per la Patria, il nostro altruistico sentimento di paternità per le generazioni che ci seguiranno, con virtù, difetti, meriti e demeriti. Noi siamo sempre domani. Questa è la nostra politica.
Grazie! 
  


Torna a Salvataggio del monumento all’Ardito Cherasco


Salvataggio del monumento all’Ardito Cherasco

Nel Cimitero Monumentale di Torino si trova la tomba monumentale, eretta nel 1942, del’ardito Carlo Cherrasco, conosciuta anche come monumento all’Ardito. Nel corso degli anno ’70 il basamento marmoreo della tomba fu gravemente danneggiato da ignoti vigliacchi che, ovviamente, sono rimasti ignoti e impuniti. Nel corso degli anni successivi più volte negli ambienti della destra torinese, da quelli politici a quelli reducistici hanno cercato di organizzare la ristrutturazione, ma alla fine i progetti naufragarono per mancanza di sinergie.

Purtroppo la gravità dei danni arrecati al basamento si è aggravata negli anni a causa dell’erosione e delle infiltrazioni, mettendo seriamente a rischio la stabilità del monumento stesso. Fu così che nel 1999 il Centro Studio L’Araldo, capendo la necessità sempre più imminente della ristrutturazione per la salvaguardia del monumento, si fece promotore del “Comitato per il Salvataggio del Monumento all’Ardito” coinvolgendo tutte le realtà della destra torinese. 

Il comitato formatosi nel 2000 inizio a pubblicare un opuscolo col progetto per il salvataggio del monumento all’Ardito Cherasco per iniziare la raccolta fondi per raggiungere la cifra necessaria a coprire le spese. E mise appunto una serie di iniziative che coadiuvassero la raccolta fondi tra le quali varie manifestazioni fino all’organizzazione del grande concerto “Un aquila nel cielo”, che ha visto la partecipazione di un migliaio di persone e la realizzazione di un cd con alcuni brani del concerto. Nei primi mesi del 2002, raggiunta la cifra, iniziarono i lavori di ripristino del basamento.

Il 28 Aprile 2002 è stato inaugurato il dell’Ardito completamente restaurato grazie all’opera del Comitato. Due anni circa di costanti sforzi atti al raggiungimento dei fondi necessari all’opera di ripristino hanno riportato la statua e la sottostante tomba di Carlo Cherasco agli antichi fasti, ridandogli straordinaria bellezza.


CARLO CHERASCO

PROGETTO PER IL SALVATAGGIO DEL MONUMENTO ALL’ARDITO CHERASCO

IL CONCERTO UN AQUILA NEL CIELO

COMUNICATO DI CHIUSURA SOTTOSCRIZIONE

L’INAUGURAZIONE

RASSEGNA STAMPA


Con queste pagine vogliamo lasciare una testimonianza. Una testimonianza concreta di si può fare lavorando uniti al di là delle proprie appartenenze. Bastano solo un po’ di umiltà e di buona volontà. Il patrimonio storico è comune, preserviamolo.


Francesco Cecchin – Rassegna stampa

   
Stampa Sera 29.05.1979 Morente un giovane aggredito a Roma
L’Unità 30.05.1979 Per sfuggire all’aggressione precipita dal muro
L’Unità 02.06.1979 Denunciate calunnie e minacce fasciste
Stampa Sera 16.06.1979 Morto lo studente aggredito a Roma
La Stampa 17.06.1979 Fascisti a Roma attaccano una sede del PCI, sparano e tirano bombe, 23 feriti
    Morto il simpatizzante msi caduto o gettato da un muro
L’Unità 17.06.1979 Dopo due settimane di agonia è morto lo studente missino
L’Unità 20.06.1979 Decine di scritte firmate da MSI e soci invitano alla violenza e alla “vedetta”
    Oggi i funerali di Fabrizio Cecchin. L’autopsia lascia aperti tutti i dubbi
La Stampa 21.06.1979 Incidenti durante i funerali del giovane missino a Roma
L’Unità 21.06.1979 In un clima di tensione i funerali di Cecchin
La Stampa 22.06.1979 Roma: violenze di neofascisti
L’Unità 23.06.1979 Nell’inchiesta per Cecchin una comunicazione giudiziaria
La Stampa 24.06.1979 Senza alibi il giovane indiziato per Cecchin
L’Unità 24.06.1979 Ancora interrogato il giovane Marozza
Oggi Noi 25.06.1979 Lo hanno ucciso. Non hanno vinto
Candido 28.06.1979 Come Giovanni Berta
    Dossier Omicidio
Stampa Sera 02.07.1979 Per il missino morto a Roma arrestato simpatizzante pci
La Stampa 03.07.1979 Interrogato oggi il simpatizzante pci per la morte del neofascista Cecchin
La Stampa 05.07.1979 Interrogato il giovane in carcere per Cecchin
La Stampa 21.11.1979 Cecchin cadde mentre fuggiva
   
TG2 16.06.2019 Servizio su Francesco Cecchin